Era il ballo in voga alla Corte del Re Sole e adesso viene adottato nelle stanze del Municipio, tra scambi di missive tra Sindaco e Segretario e nascita di un nuovo gruppo politico in maggioranza, mentre viene svelato il nome dell’assessore coinvolto
No, ancora non siamo sul Titanic!
Ma accade che a Palazzo Luigi Razza, mentre infuria la polemica, si danzi. E il ballo scelto è il Minuetto!
Siamo nell’epoca a cavalo tra due secoli quando irrompe a corte questa danza popolare francese accolta con favore dalla società aristocratica e ballata alla corte di Luigi XIV. L’aristocratico ambiente di corte determinò probabilmente le movenze eleganti e le figure aggraziate divenute tipiche, poiché ogni impressione di fatica era ritenuta sconveniente ai ranghi nobiliari.
Come tutti i balli di corte, il minuetto si conformava a un rituale preciso. La danza era eseguita da una sola coppia alla volta, mentre il resto della compagnia osservava e giudicava. I ballerini dovevano prima inchinarsi alla Présence (che poteva essere rappresentata dal re, o da altri dignitari d’alto rango) e poi l’uno nei confronti dell’altro. Si rispettavano schemi preordinati; per esempio, in Francia prima del 1700, i passi spesso disegnavano un’immaginaria lettera S sul pavimento in omaggio a le Roi-Soleil.
Il minuetto ebbe un tale successo da divenire rappresentativo della musica barocca per eccellenza, entrando a far parte di tante forme composite della musica occidentale fino al primo Ottocento. Infatti, come altre danze del XVII secolo, il minuetto divenne innanzitutto uno dei movimenti opzionali della suite, collocato di solito dopo la sarabanda.
E a Vibo Valentia questo sta accadendo!
Dopo la sarabanda, provocata da un’interrogazione che svela il rischio della presenza in giunta di un assessore incompatibile, una sarabanda fragorosa e sensazionale, anziché affrontare la situazione con risolutezza e tempestività per risolvere dubbi ed illazioni, le Roi Soleil imbastisce la danza barocca che con grazia e gentilezza propone alla pubblica opinione.

Succede tutto ieri nel tardo pomeriggio. E il tutto si compie elegantemente sul calar della sera, giusto per offrire suggestioni poetiche ad un aspetto altrimenti lezioso, come si usa fare in età moderna allorquando la parola “minuetto” si è evoluta per sottintendere non solo la danza, ma anche un modus operandi.
Per meglio comprendere i tempi di questo “Minuetto a Palazzo Luigi Razza”, è bene scandire anche la tempistica.
Sono le 17.20 quando in redazione giunge un comunicato stampa dal Comune di Vibo Valentia con il quale il Segretario Generale del Comune di Vibo Valentia, Dott. Domenico Libero Scuglia, riferisce il suo agire, una volta sollecitato dal Sindaco al fine di un’accurata verifica degli atti in suo possesso, “Con riferimento all’interrogazione presentata nel corso del “question time” e alle successive dichiarazioni di stampa su un’eventuale incompatibilità afferente una figura istituzionale”.
Per quanto possa già questo apparire anomalo – la necessità di spiegare all’opinione pubblica azioni afferenti ad un ufficio burocratico-amministrativo – il comunicato ci fa sapere che il massimo responsabile della struttura legale-amministrativa dell’ente preferisce porre il quesito al Ministero dell’Interno.
Ma, come abbiamo già spiegato, perché il Minuetto sia compiuto, è necessario che la danza sia eseguita da una coppia. Ed ecco che – alle ore 18.51 – viene recapitato un nuovo comunicato stampa attraverso il quale, questa volta, è il sindaco a sentire la necessità di riferire alla stessa opinione pubblica come si sia comportato richiedendo una “approfondita consultazione con il Segretario Generale del Comune, Dott. Domenico Libero Scuglia, resasi opportuna a seguito dell’interrogazione presentata nel corso del recente “question time” in Consiglio Comunale e delle successive dichiarazioni apparse sulla stampa circa eventuali situazioni di incompatibilità di consiglieri comunali e assessori”
Ed il sindaco riferisce: “Ho inteso richiedere un accurato approfondimento giuridico-amministrativo e pur rassicurato sul modello di verifica eseguito, ho concordato con il Segretario Generale circa l’opportunità, in merito al caso prospettatomi, di richiedere, attraverso un quesito che sarà specifico e calzante, un parere al competente Ufficio del Ministero degli Interni”.
Romeo, che è rinomato essere persona saggia, si rende conto dell’autogol compiuto che nemmeno il buon Comunardo Niccolai (splendido stopper degli anni ’70 protagonista dello storico scudetto del Cagliari, ma noto anche per queste sue improvvide performance) ed aggiunge, certamente cosciente della contraddizione di volersi rivolgere ai più alti livelli denunciando – involontariamente – la “poca fiducia” nei suoi dipendenti: “Ribadisco la mia fiducia nell’operato degli Uffici Comunali e non ritengo vi siano, allo stato dei fatti e degli atti, elementi tali da suscitare le reazioni scomposte e gli attacchi strumentali che ho avuto modo di registrare e di leggere in questi ultimi giorni. Gli atti sono trasparenti e veritieri, nulla è stato nascosto ma nulla può essere considerato definitivo e sancito fino all’esito del quesito poc’anzi indicato. Fatto questo imparziale passaggio, mi riservo una valutazione politica ad ampio raggio, come è nelle mie facoltà, per porre entro un argine ancora più solido la maggioranza di area progressista. Evidenzio, a margine, l’ingenerosità sferzante dei giudizi e delle accuse che mi vengono rivolte: il mio operato rimane, per carattere e prassi, sempre prudente e attento. Laddove dovessero emergere elementi di cogente impraticabilità giuridico-funzionale, sarò il primo a chiedere e certamente ad ottenere che questi vengano rimossi nell’interesse dell’amministrazione comunale, ben consapevole di essermi circondato di figure leali e oneste che non attenderanno nemmeno un attimo ad assumere decisioni adeguate, limpide e inequivocabili, per serietà, qualità etiche e dirittura morale”.
Intanto, l’orchestra suona l’elegante, barocco, aggraziato Minuetto.
E gli esperti di musica ricordano che il minuetto non è quasi mai solo; generalmente è seguito da un secondo minuetto, detto più tardi Trio, dopo il quale si ripete il primo. È in metro ternario e d’andamento moderato; tuttavia, caduta in disuso la connotazione originaria di danza, andò accelerando la sua velocità d’esecuzione, fino a generare lo scherzo e il valzer.
Alle 21.19 dello stesso giorno ecco compiersi il Trio.
Giunge in redazione, un altro comunicato stampa con il quale si annuncia la “Nascita Gruppo Consigliare “Democratici e Riformisti Per Vibo” e Federazione con il Gruppo “Misto”.
Il comunicato che spiega che questa gemmazione della sinistra politica vibonese nasce: ““Dopo un attento esame ed una profonda riflessione, maturata dopo quasi un anno dalle elezioni, condividendo la necessità d’imprimere maggiore efficacia all’azione amministrativa del sindaco Romeo per il raggiungimento dei punti programmatici fondamentali che, approvati dall’elettorato, ci hanno consegnato la responsabilità del ruolo di amministratori; riteniamo opportuno formare un nuovo gruppo all’interno del Consiglio comunale recante la denominazione “Democratici e Riformisti per Vibo”.
Un politichese degno della più consolidata tradizione della “prima repubblica” per rassicurare che: “Nessuna crisi di maggioranza né rivendicazione di posti nell’esecutivo, soltanto la volontà di esercitare con maggiore responsabilità il ruolo istituzionale attraverso un’azione di una continua collaborazione con il Sindaco, esclusivamente con l’intento di un migliore e più incisivo raccordo con tutte le altre forze politiche che compongono il quadro della maggioranza o che si riconoscono nel programma elettorale rispetto al quale non intendiamo declinare alcun impegno”.
In particolare, Domenico Console, già capogruppo azzurro nella passata consiliatura, poi rieletto a sostegno del candidato a sindaco del centrodestra e dopo un po’ dissociatosi per creare il “gruppo misto”, spiega: “L’intento di mettere in campo un’azione politica improntata al perseguimento di obiettivi di sviluppo e di crescita della città, quale principio fondante il nuovo gruppo consigliare “Democratici e Riformisti Per Vibo”, favorisce il legame del sottoscritto, in qualità di componente del gruppo “Misto” in seno al Comune nella forma della Federazione che favorirà un’azione politica unitaria e condivisa improntata esclusivamente ad una maggiore condivisione delle scelte amministrative che con convinzione saranno indirizzate al superamento degli errori passati ed alla ottimizzazione, per converso, dei progressi e dei risultarti ottenuti; attraverso un percorso di comune crescita nell’interesse del territorio e dei cittadini”.
Tanto per capire, tra un passo di danza ed un inchino al Roi Soleil, come Minuetto impone, il sindaco Romeo è avvertito: Il nuovo gruppo nasce diventando sin da subito il secondo più numeroso in Consiglio comunale. Composto da Nicola Staropoli, eletto nelle file del Partito Democratico; da Marcella Mellea, Alessandra Grimaldi e Dina Satriani, nella lista “Progetto Vibo”, direttamente collegata al Sindaco Romeo; e da Domenico (Nico) Console, capogruppo del Gruppo Misto. Insomma, si stacca un pezzo di PD, un pezzo consistente di Progetto Vibo espressione diretta del sindaco, si aggrega un eletto nel fronte opposto per creare una una formazione politica ispirata e supportata da Enzo Mirabello, noto imprenditore impegnato in politica da lungo tempo tra le file del Pd.
Il tutto mentre nell’edizione odierna della Gazzetta del Sud in edicola spunta il nome dell’assessore che potrebbe risultare incompatibile: Marco Talarico, eletto nella lista del sindaco (Progetto Vibo), già PD.
Intanto, a Palazzo di Città, l’orchestra suona un Minuetto. Ma non siamo sul Titanic!