La rappresentazione che rievoca gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù è organizzata nella nuova versione dell’Associazione Hipponion con protagonista l’attore Costantino Comito
Nuovo percorso, nuove stazioni, nuovi personaggi, e nuovi attori per una rappresentazione che negli anni si è andata ad attestare alla stregua delle altre manifestazioni di pietà popolare che vengono effettuate a Vibo Valentia, come le Vare, la processione dell’Addolorata e in primis, l’Affruntata di domenica di Pasqua.
La Sacrum Opus, l’opera sacra nella nuova versione realizzata dall’associazione culturale Hipponion, ha riscosso come era da immaginare, un immenso successo, migliaia le persone che si sono assiepate lungo un percorso che partiva nel pomeriggio dalla Caserma del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, per arrivare in Piazza San Leoluca dove ha preso il via la vera e propria manifestazione. Qui la prima novità, la prima scena non è stata “L’ultima cena” ma “L’incontro di Gesù al Tempio”, nello spazio accanto al monumento a Luigi Razza.
Quindi, la sempre avvincente scena sulla scalinata che porta al Monumento ai Caduti di “Gesù, nell’orto degli Ulivi”, di solito poi si saliva verso corso Umberto, quest’anno invece si è sfruttata Piazza Santa Maria, nella nuova veste dopo la ristrutturazione, per la scena del “Processo a Gesù”.
Quindi inizia la salita e sulla scalinata del Convitto Filangeri e della Chiesa degli Angeli, la prima parte del “Processo dinnanzi a Ponzio Pilato”, e qui altre due novità, la scena con Erode, con tanto di balletto e la scena della “Fustigazione di Gesù” molto veritiera ed intensa, poi la seconda parte del processo con la scelta di liberare Barabba al posto di Gesù.
A questo punto inizia la vera e propria ascesa verso il Calvario con una serie di piccoli “quadri scenici” tutti in movimento, la consegna della croce, le cadute, l’incontro con il Cirenaico, con le Pie Donne, con la Madonna, la morte di Giuda, il tutto che poi è culminato ai piedi del Castello di Vibo Valentia con le scene della Crocifissione e della Resurrezione. Solo allora un applauso liberatorio ha sancito la fine della “Sacrum Opus”, perfettamente riuscita anche se il vento fortissimo di scirocco aveva fatto temere il peggio, soprattutto per la sicurezza di tutti gli attori e dei figuranti.