Uno dei portantini è inciampato durante la corsa, mettendo a rischio la stabilità della statua trasportata in spalla del Cristo Risorto. Presagi e ricorsi storici
di Maurizio Bonanno
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È stata bella ed intensa, come sempre l’Affruntata a Vibo Valentia. Baciata da una splendida giornata di sole e dalla presenza di tanta, tanta gente, venuta anche da fuori regione: si parla di almeno 18.000 persone presenti lungo corso Vittorio Emanuele, luogo dove da secoli si celebra questo rito del giorno di Pasqua.
È stata bella ed intensa, come sempre, ma stavolta con una variante imprevista, con un attimo di brivido. Presi dalla tensione di vedere il momento cruciale dello “sbilamentu” della Madonna, non tutti si sono accorti di quanto è accaduto. Non tutti, ma molti sì. E qualcuno lo ha anche ripreso questo momento da brividi. Ed il brivido adesso corre sui social.
Soprattutto in Calabria, il giorno di Pasqua si celebra innanzitutto con la rappresentazione dell’incontro di Gesù Risorto con la Madonna sua Madre. Un misto di ritualità e tradizione che si ripete in modi diversi ma sempre con uguale schema e significato. Probabilmente, quella che si svolge a Vibo Valentia è la più antica, perché, come tutte le sacre rappresentazioni ha origini medievali, di influenze spagnole e questa che si ripete ogni anno a Vibo Valentia è un rito plurisecolare.
A quando risale per esattezza non si riesce a dirlo, ma secondo molti è quasi certo che l’Affruntata sia legata al periodo della fondazione della Arciconfraternita del Rosario e San Giovanni Battista, che ancora oggi la organizza, e questa Arciconfraternita fu istituita per volere di Ettore Pignatelli, duca di Monteleone e vicerè di Sicilia, nel 1543, al momento della costruzione del convento domenicano, quello che oggi è il complesso monumentale del Valentianum; secondo altri nel 1571.
L’antropologo Vito Teti scrive in proposito: “Non è facile determinare con precisione l’origine e la diffusione dell’«Affruntata» ma, con ogni probabilità essa si collega alle sacre rappresentazioni quattro-cinquecentesche, si afferma nel corso del Seicento, dopo la Controriforma, per influsso degli spagnoli e per iniziativa dei Gesuiti, innestandosi su arcaiche concezioni e precedenti ritualità popolari”.
Dunque, l’Affruntata di Vibo Valentia con molta probabilità si avvia verso i 300 anni di vita, ma il suo fascino è intatto: sempre intenso, profondamente vissuto, con emozione e trepidazione. Questo perché a Vibo Valentia si attende con un sentimento misto – tra fede e presagio, tra sacralità e superstizione – il momento in cui avverrà lo “sbilamentu”, ovvero la caduta del velo nero indossato dalla Madonna per il lutto, che lascia il posto ad uno splendido vestito azzurro, che avviene nel momento in cui la Madonna scorge il figlio risorto, che avanza verso di lei accompagnato da San Giovanni. È il momento cruciale e più delicato di tutta la rappresentazione, perché avviene di corsa, con i portantini delle statue al massimo del loro impegno: una corsa che poi frena di colpo e, mentre si compie lo “sbilamentu”, inizia una breve veloce danza e un inchino con le tre statue, quella della Madonna in giravolta, che si allineano una a fianco all’altra per poi fermarsi.
Una cattiva riuscita di questo momento potrebbe preludere ad eventi negativi per la comunità o per il mondo, addirittura.
Mentre il rituale si compiva secondo tradizione e programma, si è compiuto anche l’inatteso, preoccupante momento di brivido… da brividi!
L’incontro è avvenuto, come sempre in velocità, un istante prima che il velo nero del lutto cadesse scoprendo la Madonna, al cospetto del Figlio Risorto, nello splendore della sua veste azzurra, la statua di Gesù Risorto sbanda, barcolla, vacilla. È un istante, anche per questo in molti non se ne sono accorti. È un istante perché la perfetta organizzazione garantisce che tutto proceda per il meglio: il portantino che inciampa e traballa viene subito sostituito, la statua si raddrizza rapidamente ed ogni azione si conclude come deve essere per festeggiare la buona riuscita, tra gli applausi scroscianti e liberatori di tanti, tantissimi presenti, ma…
Ma…!
Tra i più anziani il brivido scorre preoccupante lungo la schiena. È inutile continuare a dire che fede e superstizione non possono stare insieme. È inutile, perché la tradizione popolare si nutre anche di questo.
Ero giovane e come sempre ogni anno, allora come oggi, assistendo all’Affruntata, mi capitò una situazione simile, anche se più grave. Era la Pasqua del 1980, quel giorno, mentre tutto procedeva com’era giusto accadde qualcosa la cui sensazione, malgrado i tanti anni trascorsi, non ho cancellato. All’improvviso, la statua della Madonna si piegò pericolosamente su di un fianco: stava per cadere, sfiorando le nostre teste, fu l’azione repentina del pubblico presente che praticamente la ressero consentendo di rimettersi dritta e concludere la celebrazione. Ma quel che accadde negli istanti successivi è ancora vivo nella mia memoria.
Ricordo che al mio fianco c’era un uomo anziano, mi strinse il braccio ed io mi voltai. Era sbiancato in viso, gli occhi atterriti dai quali scendevano lacrime. Cominciò a piangere, singhiozzando. Ancora aggrappato al mio braccio, cadde in ginocchio, ancora piangendo, piangendo e pregando. Ero attonito, preoccupato. Provai a rialzarlo e rincuorarlo. Dopo essersi ripreso, asciugandosi le lacrime, mi spiegò quella sua reazione: gli era tornato in mente quello che aveva vissuto quando era lui un ragazzo. Era la Pasqua del 24 marzo 1940. Quella volta il velo della Madonna non cadde e il successivo 10 giugno l’Italia entrò in guerra con l’annuncio dato da Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia a Roma, quando appena nove mesi prima lo stesso Duce aveva dichiarato la non belligeranza del nostro Paese.
Cosa accadde invece nel 1980, forse qualcuno lo ricorda: il 23 novembre di quell’anno un sisma violento colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, sconvolgendo l’Irpinia e seminando morti.
Ecco perché oggi un brivido è corso lungo la schiena di molti vibonesi che si sono accorti di quanto accaduto, certo, non bisogna preoccuparsi: è stato solo un attimo, un leggero sbandamento subito ripreso. Ripreso così velocemente che i più non se ne sono accorti, ma…
Cosa vorrà dire? Quale senso di presagio vorrà rappresentare? Quale messaggio racchiude?
Forse, il messaggio è da individuare proprio in quanto è accaduto e nel come si è sviluppato. In un mondo come questo che stiamo vivendo, tra guerre ed incertezze, violenze e crisi, il mondo sta già in effetti barcollando in maniera preoccupante, ma… com’è successo stamattina all’Affrunttata, se sappiamo stare uniti, se sappiamo fare squadra e siamo disposti a sostenere chi sbanda, siamo pronti a prendere il suo posto a tenere alta una statua come può essere la nostra vita, tutto procederà per il meglio.
E sarà festa, festa di comunità. Festa baciata da un caldo e rassicurante sole!
Sì, questo è il messaggio dell’Affruntata della Pasqua 2025.