Dall’accertamento della scomparsa alla sepoltura, dalla simbologia adottata alla riunione del Conclave chiamato a scegliere chi sarà il nuovo Papa: il rituale che viene seguito alla morte del Pontefice
Con la morte del Papa, si avvia uno dei rituali più solenni e meticolosamente coreografati della Chiesa cattolica.
Il primo a essere informato è il camerlengo, il cardinale che funge da amministratore ad interim del Vaticano durante l’interregno. È suo il compito di verificare ufficialmente la morte del Papa.
Secondo la tradizione, il Camerlengo si avvicina al corpo del Papa e chiama il suo nome di battesimo per tre volte. Se non c’è risposta, il Papa viene formalmente dichiarato morto. Viene rilasciato un certificato di morte e gli appartamenti papali vengono sigillati. Storicamente, questo rituale era stato concepito per prevenire i furti da parte di cardinali opportunisti. Oggi serve a salvaguardare l’autenticità del testamento e delle ultime istruzioni del Papa.
Al momento del decesso del Pontefice, è, dunque, il camerlengo ad avere un ruolo fondamentale nella fase che porta alla nomina del suo successore. Questa figura, solitamente ricoperta da un cardinale o da un arcivescovo (e non, come in Angeli e Demoni di Dan Brown, da un sacerdote semplice) è quella che gestisce gli affari del Papa in sua assenza e quindi anche durante il periodo chiamato di sede vacante. Al camerlengo, inoltre, spetta il compito di gestire le finanze della Santa Sede e di presiederla in attesa della nomina del nuovo Papa.
Il periodo della sede vacante viene ufficialmente aperto constatando il decesso del Papa, un’operazione che il camerlengo svolge alla presenza del Decano del Collegio cardinalizio, del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche ed eventuali familiari del Papa. In passato, il camerlengo per accertarne la morte lo chiamava per tre volte con il suo nome di battesimo, picchiettando la fronte del defunto con un martello d’argento su cui era inciso lo stemma papale. Dopo non aver ricevuto risposta, pronunciava la frase: “Vere Papa mortuus est”. Oggi la liturgia è stata snellita e il camerlengo, dopo aver verificato di persona che il Papa sia effettivamente morto, si limita a stendere un velo sul suo volto.
L’atto simbolico successivo è la distruzione dell’Anello del Pescatore, un anello d’oro che il Papa riceve durante la messa solenne di inizio pontificato e che viene baciato dai cattolici in segno di riverenza. Il camerlengo lo toglie e lo spezza in due davanti ai cardinali riuniti. Questo non solo impedisce eventuali falsificazioni di documenti, ma segna anche la fine del regno del Papa. Stessa sorte per il sigillo di piombo con il quale si ufficializzano le lettere apostoliche (a partire dal pontificato di Wojtyła l’anello è annullato con una “semplice” graffiatura). Ogni Papa ne ha uno personale.
In seguito, il camerlengo appone i sigilli alle stanze del pontefice, dallo studio alla camera da letto, prima di comunicare il decesso al cardinale vicario di Roma, a cui spetta il compito di annunciare la notizia al mondo. Subito dopo, un’anta del portone della Basilica di San Pietro viene chiusa e le campane suonano a martello in segno di lutto.

La notizia della morte viene poi comunicata attraverso i canali ufficiali. In primo luogo, viene informato il Vicario generale di Roma, seguito dal Decano del Collegio cardinalizio, che informa gli altri cardinali. Poi, i diplomatici vaticani – i nunzi apostolici – hanno il compito di informare le ambasciate e le missioni straniere nel mondo.
Il Papa deve essere sepolto tra il quarto e il sesto giorno dopo la sua morte. Segue un periodo di lutto di nove giorni, noto come novemdiales. Gran parte delle procedure del funerale e del lutto sono tipicamente pre-pianificate dal Papa stesso, con istruzioni dettagliate lasciate al camerlengo per l’esecuzione.
Secondo il rituale in uso fino a oggi il lutto per la morte di un pontefice dura nove giorni: durante tre di questi, la salma viene esposta ai fedeli. Il corpo del Papa viene trasportato nella Cappella Sistina, in processione: qui viene imbalsamato e vestito con i paramenti sacri (la mitria bianca, la casula rossa, il pallio di lana bianca con croci nere), mentre i cardinali per nove giorni celebrano i Novendiali, a suffragio della sua anima. Durante questo periodo si dà il via ai preparativi per i solenni funerali del Papa che si svolgono durante la cosiddetta “Missa poetientialis” alla presenza di delegazioni di Stato provenienti da tutto il mondo: tradizionalmente il rito si teneva sotto l’altare pontificio del Bernini, ma per le ultime esequie – anche per il grande afflusso di persone – è stato scelto di utilizzare la piazza all’aperto. Il feretro del Papa è conservato in tre bare di cipresso, piombo e un altro legno di noce o rovere. Una volta sigillata, la bara viene tumulata nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro, dove sono sepolti molti pontefici del passato e dove ci sono anche i resti di San Pietro, primo pontefice della Chiesa Cattolica. Vengono, infine, estratti a sorte i tre cardinali assistenti del camerlengo, fra quelli arrivati per presenziare al successivo Conclave. Uno per ogni ordine ecclesiastico (Vescovi, Presbiteri, Diaconi) a formare la congregazione particolare.
Tutto questo è quello che è avvenuto fino a oggi. Tuttavia, nel 2024 Papa Bergoglio ha apportato alcuni cambiamenti a questo rito. In più di un’occasione il Papa ha spiegato di aver dato nuove disposizioni legate al suo funerale (e quindi a quello di tutti i papi dopo di lui), che puntassero a snellire e semplificare il lungo cerimoniale come spiegato finora. L’Ordo exsequiarum Romani Pontificis, ovvero l’ente che stabilisce la liturgia dei funerali del Papa ha ratificato nell’aprile 2024 i cambiamenti apportati. Tra le novità c’è quella che riguarda la constatazione della morte: non più nella camera del defunto ma nella cappella. Inoltre, il corpo di Bergoglio non verrà adagiato su di un catafalco, come avvenuto per Benedetto XVI, ma sarà deposto direttamente dentro la bara aperta che sarà esposta ai fedeli. Non ci saranno più nemmeno le tre bare di cipresso, piombo e rovere.
Anche per quanto riguarda la sepoltura, Francesco ha optato per alcuni cambiamenti: il suo corpo, infatti, verrà tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in quanto devoto alla Madonna Salus populi romani, un’icona presente all’interno della chiesa. Dunque, il corpo di Papa Francesco non sarà tumulato nelle Grotte Vaticane, fatto questo non nuovo, perché prima di lui altri Papi hanno fatto questa scelta. Qualche esempio? Gregorio XII (1406-1415) è sepolto a Recanati; Benedetto XII (1334-1342) e Giovanni XXII (1316-1334) ad Avignone; Gregorio X (1271-1276) ad Arezzo.
Intanto il Giubileo prosegue sotto la supervisione del Collegio dei Cardinali e del Camerlengo, che gestisce la sede vacante. Le Porte Sante restano aperte.
Quindici giorni dopo la morte del Papa, inizia il Conclave papale. Si tratta dell’assemblea a porte chiuse in cui il Collegio cardinalizio elegge il prossimo leader della Chiesa cattolica. Il termine Conclave, dal latino cum clave (“con la chiave”), si riferisce alla segretezza e all’isolamento imposti ai partecipanti.
Per evitare interferenze esterne, tutti i cardinali eleggibili – quelli di età inferiore agli 80 anni e non scomunicati – sono rinchiusi all’interno della Cappella Sistina. Il primo giorno celebrano una Messa, poi si recano nella cappella dove giurano di seguire le rigide regole dell’elezione.
Le votazioni continuano ogni giorno finché un candidato non ottiene la maggioranza dei due terzi. Dopo ogni turno, le schede vengono bruciate. Il fumo nero segnala una votazione inconcludente, il fumo bianco annuncia al mondo che è stato scelto un nuovo Papa.