L’assessore sceglie la via social per offrire il suo pensiero in merito alla paventata incompatibilità con il suo ruolo di amministratore. E rinunciando al fioretto sferra colpi di sciabola
“Ritorno nuovamente – per la seconda volta a distanza di un mese – sul tema della mia ventilata incompatibilità ex art. 63, comma 1, n. 6 D.lgs n. 267 del 2000 (TUEL, testo unico degli enti locali), pur in pendenza di un banale piano di rateizzazione concordato con l’Agenzia dell’Entrate e Riscossione, puntualmente rispettato: quest’inciso si riferisce a chi, sulla stampa, con chiaro intento dispregiativo ed inesatto livore mi ha definito “moroso”, errata affermazione che qualifica chi la usi sapendo di mentire. Entro in medias res, senza ulteriori indugi”.
L’assessore della Giunta Romeo, Marco Talarico, sceglie facebook per riferire la sua versione dei fatti – intitolandoselo “A teatro, senza squilli di tromba” – che lo vede protagonista, con l’ultima novità relativa alla decisione di non indulgere ancora e risolvere in un unico versamento il contenzioso che lo poneva in una potenziale (diciamo “potenziale” perché ad oggi il ministero non ha risolto la questione mandando la sua autorevole risposta al quesito posto dagli uffici comunali su firma del segretario generale) incompatibilità con la carica di amministratore comunale.
Così Marco Talarico ricostruisce: “Il mio intervento durante il Consiglio Comunale dello scorso 30 aprile 2025 era ed è stato doveroso nei confronti di tutti i colleghi consiglieri comunali. Tuttavia, mai avuto in animo di fermarmi lì. Così, mentre colgo l’occasione per ringraziare sentitamente il Sindaco Enzo Romeo, saggio leader, per le parole di fiducia e di sostegno espresse nei miei confronti nella massima assise cittadina, non ho potuto esimermi dal compiere un gesto concreto e inequivocabile al quale avevo già deciso di dare attuazione allorquando scoppiò quello che è stato definito, impropriamente, il “Caso Talarico”: un caso che, alimentato con arte banale e schiamazzi scomposti, non è mai esistito e sul quale l’opposizione, infine ridottasi alle sole consigliere comunali Nesci e Corrado, s’è strumentalmente infiammata. Ebbene, il 7 maggio corrente, senza squilli di tromba, ho provveduto a saldare in unica soluzione la partita debitoria che, ribadisco, avevo regolarmente rateizzato e che altrettanto puntualmente stavo pagando, risolvendo di fatto e di diritto ogni presunta incompatibilità e togliendo così ogni ulteriore chance a chi avesse ancora voglia di fare leva su questa vicenda con stravaganti commenti”.
“Seppure consapevole ab origine di avere agito con ineccepibile trasparenza e nella piena legalità, non ho inteso – spiega l’assessore al personale – nemmeno attendere il parere ministeriale richiesto, nonostante la fondatezza del quesito e un eventuale, plausibile esito favorevole. Dunque, lo ribadisco e lo preciso ancora meglio: avevo scelto fin dall’inizio questa soluzione ma ho deciso di esercitare la mia prerogativa fuori da ogni pressione esterna, a freddo, evitando il calderone della speculazione politica”.
La conclusione suona “provocatoria” verso quanti hanno cavalcato la questione: “Per la verità confesso qui una mia debolezza: la voglia di mettermi, come lo spettatore a teatro, in ascolto, in visione, in lettura e assistere a tutte le elucubrazioni e narrazioni dal forte timbro creativo che sarebbero state poste sul palco di questa fiera delle vanità, un appiccicoso velo oramai appesantito dal tempo che la nostra amata città non riesce a scrollarsi di dosso. Per la medesima ragione, non aggiungo di più: “Intelligenti pauca”.
Così chiude il suo intervento social.
Noi, per chiudere, invece evitiamo di utilizzare parole e ci limitiamo ad un semplice segno di interpunzione, che pare nasconda – a parere di chi se ne capisce – molteplici significati: ! un punto esclamativo.
!