La strana sorte di un talento assoldato per essere il cantore delle straordinarie gesta di eroi fuori ordinanza
di Marcello Bardi
I rapsodi erano amabili cucitori di canti. Vagavano di corte in corte. Venivano assoldati dai tiranni. Li adorava, ad esempio, il greco Pisistrato.
Gli aedi, dal greco “aoidon”, erano invece i cantori veri e propri. Talvolta si esibivano al cospetto della propria gente, in altre circostanze arrivavano da lontano. E cantavano perché ispirati direttamente dal Dio. O magari, in epoca più tarda, per sbarcare il lunario.
Peccato davvero che nella sua fase di massima decadenza, il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo sia andato a pescare aedi che, spinti fuori dalle mura della propria città, una volta arrivati nell’antica e gloriosa Hipponion non si sono distinti per la capacità di cantare le gesta gloriose degli eroi, quanto per quella di strappare un misero stipendio. “Tengono famiglia, insomma”. E la casa del popolo non deve chiudere mai le porte a nessuno.
Aedi dalle dubbie doti, dei quali buona parte della politica locale si guarda bene. Persino la maggioranza per lo più, si tiene a debita distanza. “Meglio affidarsi a chi il mestiere lo conosce”, si sussurra a bassa voce perché il primo cittadino, ormai in balia delle onde, non senta.
Non è un caso che l’aedo per antonomasia si aggiri nei corridoi simulando di essere indaffarato ma viene sistematicamente ignorato da buona parte di coloro che potrebbero usufruire dei suoi servigi e invece preferiscono guardare altrove.

E allora il cantore, venuto da lontano, non ha altro da fare che stringersi intorno a quel poco che gli rimane. Sempre lo stesso poco: personaggi fuori ordinanza che la città conosce bene, a dispetto degli aulici versi che egli dispensa.
Ma non va biasimato, l’aedo. In qualche modo dovrà pur motivare quello stipendio che percepisce per qualche passeggiata tra le secrete stanze del Palazzo alla ricerca di un modo per dare sfogo all’ispirazione che certo non gli manca. Come pure la fitta declamatoria di circostanza, tutta asiana e poco ciceroniana!
Nel teatro dell’assurdo la sua è una funzione essenziale e quel mecenatismo alla meno peggio (già, perché pure Mecenate si starà rivoltando nella tomba!), serve per far rendere meglio il suo personaggio… eternamente in cerca d’autore!