Si tratta di una struttura di straordinarie potenzialità, presente nel pieno centro storico della Città. Che non si ripetano certi errori e che non diventi un’altra delle tante occasioni mancate
di Maurizio Bonanno
Il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri ha comunicato al Comune di Vibo Valentia che il palazzo storico “ex Caserma Garibaldi”, che attualmente ospita momentaneamente l’istituto scolastico Don Bosco, non è più di interesse per i fini istituzionali dell’Arma.
Come si ricorderà, negli anni scorsi il Comune e il comando provinciale dei Carabinieri avevano stipulato una convenzione per la concessione dell’immobile. Oggi, constatato il permanere del vincolo museale per cinque anni dalla data di consegna quale destinazione dell’immobile, il comando ha inteso rinunciarvi comunicando la decisione all’ente.
“Ho ricevuto la notizia direttamente dal colonnello Toti – ha così fatto sapere, il sindaco Enzo Romeo – al quale ho comunque assicurato che il Comune si impegnerà per supportare l’Arma in ogni modo possibile al fine di garantire una collocazione adeguata alle esigenze di servizio”.
A questo punto, fermo restando che l’Arma dei Carabinieri deve avere a Vibo Valentia una sede in linea con il prestigio che deve rappresentare un comando provinciale, al sindaco Enzo Romeo ed alla sua giunta viene offerta una occasione eccezionale.
Non bisogna, infatti, dimenticare che l’ex caserma Garibaldi, situata nel cuore del centro storico di Vibo Valentia, è a sua volta un edificio carico di storia importante, che ha preso vita durante quel “decennio francese” che vide la città essere la Capitale della Calabria Ultra. Nata come caserma, in questa veste ha vissuto passaggi storici epocali; quindi ha ospitato una scuola media, ma da sempre è considerato dai vibonesi uno scrigno di cultura e di storia, al punto che nella sua facciata sono state inserite due lapidi a memoria dell’eroe risorgimentale monteleonese Michele Morelli, il testo di una delle quali fu scritto personalmente dall’illustre intellettuale vibonese Eugenio Scalfari, docente del Liceo Classico, giornalista e direttore dello storico giornale L’Avvenire Vibonese”.
Ristrutturato con il già citato vincolo che lo destina in avvio a sede museale, è da questo vincolo di natura culturale che si deve ripartire per immaginarne una destinazione in linea con la sua storia, gloriosa ed importante.

Già due estati fa, l’ampio e splendido piazzale della “già Caserma Garibaldi” ha dato una prova concreta del potenziale che può esprimere, nel corso di una memorabile serata durante la quale l’Orchestra Sinfonica della Calabria diretta dal M° Alberto Veronesi eseguì una fantastica Traviata, un’esecuzione di cui parlarono finanche le testate nazionali. Il colpo d’occhio che offrì il piazzale nel corso di quella serata estiva, ripresa dalle telecamere di diverse tv regionali e nazionali, fu un modello rappresentativo di quanto e di cosa sia possibile qui programmare e realizzare sul piano artistico, culturale.
Si rifletta bene e con serietà. Si facciano ragionamenti senza paura di “volare alto”. Soprattutto, si programmi con la giusta ambizione che la storia sociale e culturale di Vibo Valentia merita. Si passi al vaglio ogni opzione possibile, purché sia all’insegna di una progettazione di ampio spessore. Non si cada nel provincialistico piccolo cabotaggio appannaggio di velleità localistiche. Così come è stato fatto a proposito dell’ex convento dei Gesuiti, si punti ad una scelta prestigiosa che possa dare lustro e lustro ricevere. Allora, l’idea che fu lanciata per la prima volta dalla delegazione FAI di Vibo Valentia (guidata da Teresa Saeli), trovò nel presidente del Conservatorio Francesco Vinci un sostenitore convinto e il favorevole riscontro del sindaco Maria Limardo e del Direttore del Torrefranca Francescantonio Pollice, affiancato dall’allora responsabile dei servizi di informazione e comunicazione dell’istituto. Una combinazione virtuosa che portò alla realizzazione del progetto. Lo si prenda a modello.
Insomma, non si cada nell’abisso di un’altra occasione mancata, una delle tante che attanagliano questa città, negli ultimi decenni, quando sembra avere smarrito memoria e ambizioni.
Vibo Valentia merita di ripercorrere quegli antichi fasti che ormai sono troppo lontani nel tempo, buoni solo a solleticare i malinconici piagnistei di chi lamenta il “come eravamo”, ma non ha capacità di pensare in grande a “come potremmo essere!”.