<p><strong><em>15 sono finiti in carcere e 3 ai domiciliari, sono accusati di associazione dedita al narcotraffico e numerosi reati sia in materia di stupefacenti, che di armi, oltre ad un&#8217;ipotesi estorsiva</em></strong></p>



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<p>Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, affiancati dalle Stazioni territorialmente competenti e da altri reparti dell&#8217;Arma, hanno dato esecuzione all&#8217;ordinanza con la quale è stata disposta l&#8217;applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di quindici indagati e degli arresti domiciliari nei confronti di altri tre, per i reati di associazione dedita al narcotraffico e numerosi reati fine sia in materia di stupefacenti, che di armi, oltre ad un&#8217;ipotesi estorsiva.</p>



<p>La corposa attività investigativa, avviata nel giugno 2023 e conclusasi nel maggio 2024, condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria, anche con il supporto dei militari della Stazione Carabinieri di RC Catona e coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia, ha preso il via da un&#8217;attenta e continuativa attività di osservazione e monitoraggio del quartiere di Catona di Reggio Calabria.</p>



<p>Durante diversi servizi di pattugliamento del territorio, i militari dell’Arma avevano avuto modo, in più occasioni, di notare movimenti anomali in questa zona, soprattutto in prossimità dell&#8217;abitazione di colui che è stato ritenuto nell&#8217;ordinanza custodiale, il capo di una associazione per delinquere, tra l’altro, l’uomo è anche il nipote di un esponente apicale della ndrangheta di Archi.</p>



<p>L&#8217;installazione di un sistema di videosorveglianza e le tante attività di controllo del territorio hanno fatto immaginare la creazione di un embrionale gruppo di soggetti dediti al traffico di sostanze stupefacenti.</p>



<p>L&#8217;indagine è stata portata avanti grazie ad intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, videoriprese nonché di numerosi sequestri di sostanze stupefacenti e ha permesso di accertare l&#8217;esistenza di un&#8217;associazione finalizzata al narcotraffico, composta da 15 persone, tra gregari ed esponenti di vertice, avente la sua base operativa nel quartiere di Catona di Reggio Calabria, con ramificazioni anche in altre località del territorio reggino e con contatti nella piana di Gioia Tauro e nella vicina Sicilia.</p>



<p>In particolare, i responsabili di questa organizzazione avevano istituito una solida attività imprenditoriale dedita alla vendita di varie tipologie di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish), anche con il coinvolgimento, in qualità di venditore, di un minorenne; anche tra gli acquirenti si registrava la presenza di alcuni soggetti minorenni.</p>



<p>I membri della consorteria si erano attrezzati per gestire, in modo professionale, il business degli stupefacenti, assicurandosi le forniture necessarie tramite i contatti vantati dal loro capo nell&#8217;ambiente criminale, non solo reggino ma anche della Piana di Gioia Tauro; forniture che venivano, poi, custodite presso appositi immobili abbandonati ed appartamenti presi in locazione dagli associati, divenendo le basi logistiche del sodalizio e punto di riferimento per i numerosi assuntori di sostanze stupefacenti. Secondo le valutazioni del Giudice, ancora provvisorie perché emesse nella fase cautelare, il sodalizio si garantiva &#8211; oltre agli approvvigionamenti di cocaina &#8211; anche un continuativo rifornimento di marijuana, grazie alla conduzione, nel quartiere di Catona, di una piantagione di canapa indica, della quale gli arrestati curavano le diverse fasi di approntamento, raccolta e lavorazione. Difatti, i Carabinieri hanno anche individuato una vasta piantagione di cannabis indica, composta da circa 400 piante, già defogliate, e 25 piante ancora in fase vegetativa, oltre a scoprire un deposito utilizzato come laboratorio per la lavorazione e il confezionamento dello stupefacente.</p>



<p>I proventi dell&#8217;attività di vendita dello stupefacente, poi, venivano ripartiti, secondo le disposizioni fornite dal capo del sodalizio, il quale provvedeva, anche, al sostentamento di uno dei suoi sottoposti, dopo che questo era stato tratto in arresto in quanto trovato in possesso di cospicue quantità di diverse tipologie di stupefacenti, a disposizione del gruppo.</p>



<p>Non erano bastati diversi provvedimenti restrittivi a fermare l’attività di spaccio, compreso l’arresto del presunto capo che, seppur in carcere, continuava ad impartire direttive agli altri in merito all&#8217;organizzazione dell&#8217;attività illecita, avvalendosi dei propri familiari durante i colloqui in carcere.</p>



<p>Infatti, questa associazione dedita allo spaccio continuava ad operare nel quartiere di Catona come se nulla fosse esercitando un penetrante e diffuso controllo del territorio, tramite un sistema di vedette che, posizionate nei pressi dell&#8217;abitazione del capo, sorvegliavano le strade limitrofe in modo da garantire la sicurezza e l&#8217;impunità di chi era dedito all&#8217;attività di spaccio, nonché tramite una serie di avvisaglie telefoniche ogni qualvolta qualcuno degli indagati si avvedeva della presenza di forze di polizia in zona.</p>

Operazione antidroga nel reggino: arrestate 18 persone

- Categories: cronaca
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