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Mentre si grida a Gaza, si dimentica l’Ucraina: il ritorno dell’odio travestito da solidarietà

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&NewLine;<p><strong><em>110 attivisti italiani sono sopravvissuti a un raid russo vicino a Leopoli&comma; mentre rientravano da una missione di pace&period; Tra loro anche don Giacomo Panizza<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In Italia&comma; l’antisemitismo è tornato&period; Non con i vecchi slogan&comma; non con le camicie nere&comma; ma con i cori delle piazze &OpenCurlyDoubleQuote;per la Palestina”&comma; ma con le bandiere che accostano la Stella di David al nazismo&comma; con il silenzio su ciò che Israele rappresenta&colon; una democrazia occidentale&comma; imperfetta come tutte&comma; ma bersaglio di un terrorismo islamista che rifiuta la convivenza e la pace&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Sotto le mentite spoglie della &OpenCurlyDoubleQuote;solidarietà al popolo di Gaza”&comma; si è insinuato un rigurgito velenoso&colon; l’odio verso Israele&comma; che troppo spesso si confonde — o si finge di confondere — con l’odio verso gli ebrei&period; La sinistra radicale e una parte dell’opinione pubblica cattolica sembrano aver perso ogni senso critico&comma; pronte a scendere in piazza contro Tel Aviv ma silenziose di fronte ai massacri veri — quelli che non si prestano a slogan facili o a narrazioni ideologiche&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nel frattempo&comma; però&comma; l’altra guerra — quella che minaccia davvero la libertà dell’Europa — viene lasciata ai margini&period; L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non fa più notizia&comma; non infiamma le piazze&comma; non muove le coscienze&period; Eppure&comma; è lì che si combatte il cuore del futuro europeo&period; Ed è lì che&comma; oggi&comma; 110 attivisti italiani sono sopravvissuti a un raid russo vicino a Leopoli&comma; mentre rientravano da una missione di pace&period; Tra loro anche don Giacomo Panizza&comma; figura storica del pacifismo italiano&comma; fondatore di Progetto Sud e da decenni impegnato per la giustizia sociale partendo da una realtà difficile e complessa com’è la nostra Calabria&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>È un clima che richiama dinamiche pericolose&comma; in cui il confine tra legittima protesta e fanatismo si fa sempre più sottile&period; E mentre lo sguardo pubblico resta fisso sul conflitto israelo-palestinese&comma; un&&num;8217&semi;altra guerra — quella che si combatte in Ucraina — viene relegata ai margini del dibattito&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Una distrazione che pesa&period; Questa non era una missione armata&period; Non era provocazione&comma; non era politica militare&period; Era il Mean — Movimento Europeo di Azione Nonviolenta — che riunisce 35 associazioni italiane&comma; dalla Chiesa all&&num;8217&semi;associazionismo laico&comma; da Azione Cattolica ad Agesci&comma; da MoVI a Gariwo&period; Gente che ha scelto di portare presenza&comma; ascolto&comma; sostegno simbolico e pratico al popolo ucraino&comma; aggredito da una potenza autoritaria che punta a riscrivere i confini d’Europa&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ma questa missione non è entrata nelle apertura dei notiziari&period; Non ha generato trending topic&period; Non ha infiammato le piazze&period; Troppo scomoda&comma; troppo vera&period; Troppo chiaramente una guerra tra libertà e oppressione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>«Sul treno abbiamo sentito come mitragliate&comma; ci siamo poi resi conto che era la contraerea in risposta a dei droni»&comma; racconta don Panizza&comma; ancora scosso&period; La paura&comma; dice&comma; «è stata tanta»&comma; ma la missione «è andata bene»&period; Una dichiarazione che dovrebbe scuotere un Paese intero&period; E invece&comma; scivola via&comma; ignorata&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2025&sol;10&sol;don-giacomo-panizza&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-45114"&sol;><figcaption class&equals;"wp-element-caption">don Giacomo Panizza<&sol;figcaption><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Mentre ci si accalca per gridare contro Israele — e spesso contro gli ebrei tout court — si tace di fronte al massacro lento e sistematico dell’Ucraina&comma; vittima dell’imperialismo russo&period; E si dimentica che l’Europa libera&comma; quella che ci permette di protestare&comma; di dissentire&comma; persino di sbagliare&comma; è sotto attacco&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>C’è una guerra in corso&period; E la stiamo ignorando&period; Per ideologia&comma; per vigliaccheria o&comma; peggio&comma; per una forma mascherata di complicità di certa politica che volentieri strizza l’occhio all’oligarca russo&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il rischio è duplice&period; Da un lato&comma; si alimenta un clima ideologico in cui l’antisemitismo si insinua sotto le vesti della militanza&period; Dall’altro&comma; si smette di guardare dove si sta decidendo il destino dell’Europa&period; Perché in Ucraina non si combatte solo una guerra territoriale&comma; ma uno scontro tra due visioni del mondo&colon; libertà contro autoritarismo&comma; democrazia contro impero&comma; diritto contro forza&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ignorare questa realtà significa abbassare la guardia&comma; accettare che il dibattito pubblico venga piegato a logiche emotive e ideologiche locali&comma; ovvero legate alle posizioni politiche che si consumano in Italia&comma; perdendo di vista le priorità geopolitiche e morali del nostro tempo&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>E mentre gli slogan riempiono le piazze&comma; chi lavora davvero per la pace — come gli attivisti del Mean — resta nell’ombra&period; Ma sono loro&comma; oggi&comma; a rappresentare il volto più serio&comma; più silenzioso e più autentico della solidarietà&period;<&sol;p>&NewLine;

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