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Vibo Valentia, dal vuoto delle urne la necessità di una rifondazione civile. La proposta del “Cantiere Vibo 2030”

vibo valentia corso vittorio

&NewLine;<p><em><strong>Il Vibonese sconta l’assenza di leadership e di visione&period; Serve un progetto di rigenerazione culturale e politica che riparta dalla società civile<&sol;strong><&sol;em><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>I risultati delle ultime elezioni regionali hanno fotografato&comma; impietosamente&comma; il profondo vuoto di rappresentanza e leadership che attraversa il Vibonese&period; Un territorio rimasto&comma; con un solo eletto in Consiglio regionale che dovrà trovare la forza di incidere politicamente &lpar;dopo la significativa prova di forza personale che ha dimostrato di possedere&rpar; mentre latitano le voci&comma; sia a destra che a sinistra&comma; le quali più che una sconfitta elettorale&comma; hanno segnalato il sintomo terminale di una crisi più vasta e radicata&colon; quella di un&&num;8217&semi;intera classe dirigente incapace di interpretare bisogni&comma; visioni e ambizioni di una comunità che sembra sempre più orfana del proprio futuro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In un&&num;8217&semi;epoca in cui le appartenenze ideologiche si liquefano e i partiti si riducono spesso a contenitori elettorali senz&&num;8217&semi;anima&comma; la politica vibonese si è presentata all’appuntamento con le urne con il fiato corto&comma; priva&comma; con un’unica eccezione&comma; di progettualità credibili e radicamento sociale&period; Le candidature sono apparse frutto più di equilibri interni e compromessi tattici che di una reale volontà di rappresentare il territorio&period; E l’elettorato&comma; sempre più disilluso&comma; ha risposto con l’arma più silenziosa ma più eloquente&colon; la dispersione del voto&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ma sarebbe miope leggere questo risultato elettorale solo come il fallimento di singoli candidati o dei partiti&period; Quello che si è disgregato nel Vibonese è un intero sistema di rappresentanza&period; Un tessuto istituzionale&comma; culturale ed economico che&comma; da anni&comma; vive in una condizione di afasia collettiva&comma; incapace di elaborare una visione d’insieme&comma; un progetto di sviluppo&comma; una narrazione condivisa su cui costruire il domani&period; Questo risultato non è solo l’esito di una campagna elettorale sbagliata&colon; è lo specchio di un malessere più profondo e strutturale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il flop non è solo elettorale&comma; ma culturale&period; Non è solo la crisi dei partiti&comma; ma di un’intera idea di rappresentanza&period; Il Vibonese sembra oggi un territorio senza classe dirigente&comma; o meglio&comma; senza una classe dirigente all’altezza delle sfide contemporanee&colon; spopolamento&comma; isolamento infrastrutturale&comma; marginalità economica&comma; sfiducia istituzionale&period; Chi ha responsabilità politiche o istituzionali in questo contesto&comma; spesso si limita ad amministrare il declino&comma; quando servirebbe invece uno scatto&comma; una visione&comma; un progetto collettivo&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Serve&comma; dunque&comma; un atto di coraggio&period; Un esercizio di verità&period; Dalle macerie politiche di oggi può e deve nascere una riflessione profonda che metta in discussione non solo gli equilibri tra partiti&comma; ma il senso stesso della leadership in questo territorio&period; Rifondare non significa semplicemente cambiare i volti&comma; ma interrogarsi su come si forma una classe dirigente&comma; su quale sia il rapporto tra merito e consenso&comma; tra rappresentanza e competenza&comma; tra etica pubblica e responsabilità personale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>È il momento di rompere con i vecchi schemi autoreferenziali&period; Di aprire spazi nuovi alla società civile&comma; al mondo delle professioni&comma; ai giovani che vogliono restare e non fuggire&comma; agli imprenditori che resistono nonostante tutto&comma; agli intellettuali che non possono rassegnarsi all’analfabetismo del pensiero&period; Occorre ricostruire dal basso&comma; attraverso una nuova grammatica del fare politico che metta al centro la formazione&comma; la visione strategica&comma; il radicamento territoriale e una rinnovata passione per il bene comune&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Vibo Valentia ha bisogno di ritrovare un’identità&comma; un’appartenenza&comma; una prospettiva&period; Ma per farlo&comma; serve il coraggio della discontinuità&period; Serve&comma; soprattutto&comma; una nuova generazione di leader capaci non di amministrare l’esistente&comma; ma di immaginare l’impossibile&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Perché il problema del Vibonese non è solo politico&period; È&comma; prima di tutto&comma; culturale&period; Questo vuol dire che è il momento di passare dalla riflessione all’azione avviando un percorso di rigenerazione democratica e culturale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ed ecco&comma; allora&period; la proposta&comma; una proposta concreta&colon; la creazione del <strong>&OpenCurlyDoubleQuote;Cantiere Vibo 2030”<&sol;strong>&colon; un laboratorio civico&comma; apartitico ma non apolitico&comma; in cui far convergere giovani&comma; imprenditori&comma; professionisti&comma; docenti&comma; associazioni e cittadini desiderosi di impegnarsi per un nuovo inizio&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Un luogo fisico e digitale dove si studiano le criticità del territorio&comma; si formano nuove competenze&comma; si costruiscono reti e si selezionano – con criteri trasparenti – nuovi volti per la politica e l’amministrazione&period; Non l’ennesimo think tank autoreferenziale&comma; ma una fucina di partecipazione reale che faccia da incubatore di idee&comma; leadership&comma; e pratiche di cambiamento&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Questa esperienza potrebbe ispirarsi a modelli già sperimentati in altre aree del Paese – come le &OpenCurlyDoubleQuote;scuole di politica civile” o le &OpenCurlyDoubleQuote;agorà del territorio” – adattandoli alla specificità calabrese&comma; vibonese in particolare&comma; intrecciando la riflessione teorica con la concretezza dell’azione amministrativa e sociale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Perché prima ancora di una nuova classe politica&comma; Vibo Valentia ha bisogno di una nuova coscienza collettiva&period;<&sol;p>&NewLine;

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