Rosicchia potere e conquista posizioni superando inziali indignazioni muovendosi abilmente tra una sinistra masochista e un nocchiero che non sa come guidare la sua nave
di Marcello Bardi
L’immaginazione è sempre più vasta del pensiero dell’uomo. Con la fantasia si spazia oltre l’infinito. Si abbattono le barriere d’Ercole della conoscenza. Non quelle del trasformismo, forse dettato da necessità.
Ebbene, pensare che il console dei due mari potesse diventare un capocorrente del Partito democratico, che potesse sedere insieme a chi davvero aveva creduto nel progetto di Enzo Romeo, banchettando comodamente già al primo Natale dopo le elezioni alla tavola dello stesso primo Cittadino, sarebbe risultato inimmaginabile a chicchessia tranne che a qualche “pensatore” illuminato, che da qualche settimana si atteggia a censore della moltitudine, pur continuando a risultare al popolo sostanzialmente uno sconosciuto.
Invece è successo!
Con buona pace di tutto il centrodestra vibonese che si è speso per farlo eleggere.
Arrivato in consiglio, sostenuto dal suo sponsor, un soggetto a metà strada tra la politica e l’imprenditoria, il console non ha esitato a svoltare a sinistra, tra l’indignazione generale. Il Pd in un primo momento sghignazzava… “fa pena”, “è isolato”. Camminavano, gli eletti dem, con il petto gonfio, forti del 28% che, grazie alle regalie del centrodestra, era bastato per vincere le elezioni. Il console, invece, già sognava. Studiava come mandare al diavolo chi lo aveva portato ad essere eletto, a cominciare dallo stato maggiore di Forza Italia, faceva una pernacchia al buon Giuseppe Mangialavori, dal quale era andato con il cappello in mano a pietire qualche voto e si reinventava riformista, progressista, alecciano, fanfan-forlaniano e chi più ne ha più ne metta … Una virata decisa a sinistra (?) con l’obiettivo di seminare il panico e cavare qualche ragno dal buco, perfettamente riuscito.
Infatti, nel giro di qualche mese, il console smantellava il gruppo di Enzo Romeo che, su tutte le furie, lo invitava a tornare da dove fosse venuto; poi, si insinuava nel Pd e creava dissapori pure tra i dem. Infine, presentava il conto al primo cittadino scappando dall’aula con la sua pattuglia di improvvisatori della politica, coordinati dall’esterno del palazzo dal santone con la fuoriserie. Era l’acme. Correva la primavera del 2025.
Smisurata l’Indignazione di Romeo, dinanzi a tanta spudoratezza. Di Progetto Vibo, in secundis. E soprattutto del Pd.. ma il console non demordeva, ben conoscendo il masochismo della sinistra oltre che di un sindaco che continua a non governare la nave… e con i suggeritori che si ritrova, non ci sarebbe da aspettarsi di meglio. Sic, passata l’estate, prima si apriva uno spiraglio, poi, complici le regionali e l’ingenuità dei maggiorenti dem, un portone. Conclusione?
Dopo l’epifania, la città sarà in mano a “Carneade” ed al suo suggeritore che potrà pure posteggiare spavaldo il Suv al posto della “modesta” Audi del primo cittadino! Al quale sostanzialmente interessa solo tirare a campare! Chi se ne frega se, senza posto auto, in Comune dovrà farsi pure accompagnare!










