SI arriverà sino a 2.981,10 euro per bollette, riscaldamento, prodotti scolastici e visite mediche. Crescono le spese per l’alimentazione
Al rientro dalle vacanze (per chi se le è potute permettere), ad attendere le famiglie, come ogni anno, ci sarà un autunno “caldo” sul fronte dei prezzi.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato l’importo della stangata autunnale che nel 2025, che aumenta nonostante la frenata dei costi dei beni energetici e quella dei costi dei testi scolastici.
Nel dettaglio, le famiglie, dovranno far fronte a una stangata di 2.981,10 euro per le bollette, la TARI, le spese per il riscaldamento, per i libri e il materiale scolastico, per la salute (visto che molti rimandano al rientro dalle vacanze l’appuntamento con visite e accertamenti). L’aumento dei costi di tale voce (pari al +1,5%), unito a tempi di attesa per ottenere visite ed esami presso la sanità pubblica sempre più lunghi, si traduce spesso in una progressiva rinuncia alle cure.
A queste cifre onerose si aggiungono i rincari sul fronte dell’alimentazione, versante sul quale le famiglie continuano ad operare tagli e rinunce, a causa dell’accelerazione dei prezzi avvenuta soprattutto negli ultimi mesi. Nell’autunno, gli ulteriori rialzi faranno lievitare la spesa per tale voce a 1.697,50 euro. Si aggiungono anche maggiori spese per i costi dei condomini, che quest’anno registrano un rincaro del +3,3%.
Una nota positiva viene, invece, sul fronte dei carburanti, che rispetto ai picchi degli scorsi anni segnano una diminuzione.

“Queste spese risulteranno ancora troppo onerose per molte famiglie, considerata la stagnazione dei salari e la notevole perdita di potere d’acquisto dei redditi fissi – afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori – In una fase di indebolimento della bilancia commerciale con l’estero e di incertezza nel mercato energetico mentre ci avviciniamo alle maggiori spese e consumi invernali, questi aumenti non si ripercuoteranno negativamente soltanto sulla vita dei cittadini, ma anche sull’intero sistema economico e produttivo, riducendo la domanda interna proprio quando, invece, andrebbe rafforzata”.