Una nostra riflessione… che è un invito a reagire, ad isolare ed allontanare da Vibo Valentia questi vigliacchi delinquenti
di Maurizio Bonanno
La città di Vibo Valentia è sotto attacco dei vandali.
È un inizio d’anno preoccupante e non può bastare lo sdegno – sia pure giusto ed opportuno – della maggioranza dei cittadini. Serve una reazione forte ed eclatante. Serve una ribellione delle tante coscienze pulite che attonite assistono a questo sfacelo ed invece devono agire, mostrare attivamente la forza, che è insita nelle persone perbene.
Dopo che è stato tagliato l’Albero della legalità, piantumato all’interno della scuola “Don Bosco” del centro cittadino, i vandali si sono spostati a Vibo Marina prendendo di mira una delle panchine di marmo della centralissima piazza “Domenico Satriani”: è stata letteralmente fatta a pezzi ed i frammenti sono stati sparsi sul selciato.
L’atto vandalico è stato consumato nelle ore notturne, perché ovviamente i vigliacci agiscono nell’oscurità, avendo scelto una piazza molto frequentata durante il giorno da famiglie, ragazzi e anche da molti anziani che amano trascorrere in compagnia qualche ora della loro giornata, riunendosi seduti proprio su quelle panchine.
Il moto di ribellione che ieri si è subito scatenato alla notizia del taglio dell’Albero della Legalità può rappresentare il primo atto di questa ritrovata voglia di mostrare reazione, il sindaco Maria Limardo ha subito promesso di piantare un nuovo albero, tanti nuovi alberi, ovunque ci sia il rischio di infiltrazioni mafiose ricevendo sostegno e consenso. E bene ha fatto sempre il sindaco che subito – subito! – ha dato disposizione di ripulire la piazza di Vibo Marina e di acquistare immediatamente un’altra panchina simile da sostituire prontamente.
Così si deve agire: subito e con fermezza, perché è evidente che quanto avvenuto a Vibo Marina a poche ore di distanza rappresenti un contraltare, una sfida.
Ed allora, il messaggio che si deve leggere deve andare oltre l’atto vandalico: è chiaramente criminale, mafioso… perché sono stati colpiti luoghi simbolici (l’Albero della Legalità piantumato da bambini, la panchina di un luogo di aggregazione sociale), perché per il mafioso è la cultura e la solidarietà che devono essere minati. Perché il crimine cresce nell’incultura e la mafia ha campo libero tra gli ignoranti, i vili, gli analfabeti.
Questa città dalla storia millenaria è da troppo tempo invasa da orde barbariche che la deturpano e ne offendono la storia ipotecandone il futuro. Spetta ai Vibonesi – quelli veri, tutti, senza preselezioni in base a censo e/o casta, nobili discendenze o neo titolati – vestirsi da impavidi Cavalieri pronti a setacciare ogni via per individuare e scacciare questi vandali ed ignoranti criminali, accompagnandoli fuori dalla cinta muraria, con foglio di via, perché non debbano più mettere piede su suolo vibonese.
Se fosse nelle mie possibilità, lancerei una fatwa verso questi vandali, ignoranti e maledetti, disfattisti e denigratori, imbelli che si fanno scudo con la solita stantia lamentazione che qui non c’è niente che va bene, che qui è tutto un disastro e si beano dello scadimento socio-culturale di questa città.
Che Dio vi maledica! Vandali e ignoranti, vigliacchi e imbelli, ma anche disfattisti e denigratori!
I Vibonesi, quelli veri, quelli che sono tali non per diritto di nascita ma per diritto di cittadinanza, cittadinanza attiva, si armino delle armi più forti e taglienti: le armi della cultura, della storia millenaria, le armi della parola e della denuncia, lontano da silenzi che diventano connivenza. E, con queste armi, si colpisca duro e senza pietà, perché non sia più dato asilo nella nostra città a questi maledetti.
Che Dio vi maledica!