
<p><em>È la serata della gara. A ritmo serrato, tutte le 25 canzoni scorrono a grappoli da tre. E poi, la classifica generale&#8230; alle 2 di notte!</em></p>



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<p>Ed ecco il Festival. Il Festival di Sanremo. Il Festival della Canzone italiana.</p>



<p>Al terzo round, si dà spazio alla gara in un susseguirsi di canzoni, quelle canzoni che partecipano al Festival cercando la vittoria, ma anche quelle canzoni che sono storia e stavolta non rallentano, coinvolgono, trascinano.</p>



<p>Diventa <em>special</em> la serata, anzi… <strong>Special 50</strong>!</p>



<p><strong>Cesare Cremonini</strong> festeggia sul palco dell’Ariston i suoi vent’anni di musica e lo fa con il suo stile: a volte, in verità, è di una dolcezza esagerata, ma i suoi brani sono anche occasione di riflessione, comunque leggera</p>



<p>Torna la magia. Cremonini non canta, accarezza chi lo ascolta, nel suo modo morbido di offrire il canto però ha quel tanto che ugualmente trascina. È questo il suo essere <em>Special</em>. Ammalia con il medley del suo passato migliore, va oltre con la sua <strong>Ragazza del futuro</strong>, attraverso la quale non nasconde questo presente ancora inquietante (<em>Sei persa in una strada/Hai bisogno di un aiuto/ Sembri spaventata/ Sali sulle scali mobili di un aeroporto/ Cammina sopra il pavimento instabile del mondo/ E non aver paura è solo un altro giorno qui/ Dammi le mani), </em>non si nega alla speranza (<em>Ho bisogno di qualcuno/ Che mi indichi la strada/ La ragazza del futuro/ Forse l&#8217;ha trovata</em>); e chiude straripando trascinando tutto il teatro con il suo finale Special, <strong>Special 50.</strong></p>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/02/cremonini.jpg?w=320" alt="" class="wp-image-1215" /></figure>



<p>E così – per nostra fortuna – torna il ritmo, si procede spediti. Non per scelta, ma per necessità. Ma tanto basta per far scorrere la serata senza il rischio dell’abbiocco.</p>



<p>È una necessità, si diceva, perché 25 canzoni in gara sono tante e, dovendole ascoltare tutte, i tempi sono stretti. Velocizzare, dare ritmo è, appunto, una necessità, perché comunque si arriva alle due di notte, malgrado tutto.</p>



<p>Il maggiordomo <strong>Amadeus</strong> trova la sua spalla giusta per imprimere l’accelerazione, anzi… è lui la spalla, perché – per fortuna di tutti: del festival, della trasmissione televisiva, del pubblico in sala e di quello a casa – finalmente gli si affianca la persona giusta.</p>



<p>La regina della serata è <strong>Drusilla Foer</strong>: talento, eleganza, classe, ironia. Il palco è suo, ne è padrona, non è intimorita nemmeno dalla epica prova della scala. Spiega a tutti come si presenta: come si presenta una serata, come si presenta il Festival, questo Festival. E dispensa suggerimenti, con tono leggero quanto appassionato: &#8220;<em>L&#8217;ascolto è il vero atto rivoluzionario del nostro tempo</em>&#8230;”.</p>



<figure class="wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped wp-block-gallery-1 is-layout-flex wp-block-gallery-is-layout-flex">
<figure class="wp-block-image size-large"><img data-id="1217" src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/02/drusilla-baffi.jpg?w=380" alt="" class="wp-image-1217" /></figure>



<figure class="wp-block-image size-large"><img data-id="1218" src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/02/drusilla-foer.jpg?w=320" alt="" class="wp-image-1218" /></figure>



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<figure class="wp-block-image size-large"><img data-id="1225" src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/02/drusilla-1.jpg" alt="" class="wp-image-1225" /></figure>
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<p>La diversità? È un falso: è unicità. Beata unicità. Il filosofo direbbe: “<strong><em>diverso</em></strong><em>” non significa “separato” né “altro”. Il concetto di diverso non è identico al concetto di opposto; anzi, l’opposizione è il limite sbagliato della diversità</em>”; ma questa è un’altra storia. Sanremo è Sanremo, Sanremo è canzoni, ma … quanti concetti profondi rendono meglio, raggiungono profondità inattese quando sono detti con leggerezza!</p>



<p>C’è la gara, c’è la classifica. La magia di una serata che sembra essere quella giusta si compie anche in questo: <strong>Mahmood e Blanco</strong>, quindi <strong>Elisa</strong> e poi <strong>Gianni Morandi</strong>. Questo è il podio e sembra tutto giusto e perfetto.</p>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/02/mahmood-blanco-1.jpg?w=961" alt="" class="wp-image-1226" /></figure>



<p>Perché Mahmood e Blanco continuano a mettere i <strong>Brividi</strong> con un brano che coinvolge ed un’interpretazione che emoziona. Perché Elisa mostra tutta la sua classe e la professionalità nello scrivere e cantare la sua canzone. Perché Gianni Morandi è l’usato sicuro, l’eterno ragazzo, il solo capace di infondere serenità, allegria malgrado tutto e… fiducia: “<em>E quando il sole non c’è</em><em>/ Lo cerco dentro di me/ Se tu mi guardi una volta/ Mi basta per ore/ E quando il sole va via/Se tu mi fai una magia/Sento tornare l’amore</em>”.</p>



<p>A me rimane un sospetto ed un cruccio: Sanremo non ha capito il brano di <strong>Massimo Ranieri</strong>. Forse perché il dramma dell’emigrazione lo conosciamo solo noi (quei calabresi tanto amati da Checco Zalone!), ma sentire questa sua <strong>Lettera al di là del mare</strong>, a me provoca emozione profonda e la sua interpretazione – intensa, teatrale – conferma la classe di un artista che sta sul palco da una vita e ci sa stare ancora e bene; e come ci sa stare!</p>



<p>Ma questo è Sanremo, il Festival della canzone italiana: immortale, nazionalpopolare.</p>

Sanremo terzo round, è la serata Special. Vince Cremonini, trionfa Drusilla Foer
- Categories: costume e società
- Tags: amadeusdrusilla foerfestivalsanremo
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