Riflessioni sulla pagina del Vangelo di domenica 6 febbraio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i
questa pagina di Luca (Lc 5,1-11) narra di un incontro particolare tra Gesù e Pietro ed i Primi chiamati alla sua Missione.
Gesù cammina lungo le rive del lago di Genesaret ed una grande folla di gente lo segue; gente che vede in lui una speranza di vita nuova; gente di poveri ai quali i latifondisti del tempo avevano per debiti preso tutto, case, terreni; gente fatta di prostitute, alle quali era stata rubata ogni dignità; ed ancora zoppi, ciechi, disperati. Tutti seguono Gesù, perché a tutti Lui dà un supplemento di vita.
Su questo cammino affollato ci sono Pietro e Soci d’impresa, tristi e desolati, perché, dopo una notte di lavoro, si ritrovano a tirare a secco le barche e rassettare le reti vuote e, così, nulla poter vendere ai rigattieri che, ogni mattina, comprano e portano all’azienda della vicina Magdala, specializzata nel seccare il pesce del quale ne fanno largo uso il Faraone d’Egitto e la sua corte.
A Pietro quel mattino Gesù chiede di poter salire sulla sua barca pregandolo di scostarsi un poco da terra per, così, ammaestrare la folla, senza essere pigiato.
La barca di Pietro diviene, cosi, il suo nuovo pulpito. Non parlerà più nelle Sinagoghe, dopo essere stato cacciato, in malo modo, dalla Sinagoga del suo paese, Nazareth. Nelle sinagoghe, di sabato, opererà dei segni, quali la guarigione del paralitico, la liberazione da possessioni diaboliche, ma non insegnerà più.
Cosa avrà annunziato Gesù alla folla accomodata sulla riva? Non ci è dato saperlo, perché Luca non ha lasciato notizia alcuna. Ma certamente avrà consegnato a tutti gli uditori messaggi di vita nuova.
A Pietro e Soci Gesù avrà dato una tale fiducia da buttare, dietro sua richiesta, le reti di giorno, cosa non usuale per un esperto pescatore, perché di giorno, i pesci non abboccato all’amo.
“Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: prendi il largo e calate le reti per la pesca. Simone rispose: abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,4-5)
Ieri a Pietro, oggi a noi ,Gesù ripete “prendi il largo” e non chiuderti nelle sconfitte, perché è nel mondo delle difficoltà che nascono sempre delle opportunità e nuovi orizzonti si aprono.
“Prendi il largo” e ricomincia sempre dal poco che hai, perché la primavera comincia col primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, il cammino più lungo col primo passo.
“Prendi il largo” e ricordati che in questo mondo non si è chiamati necessariamente a vincere, ma a non arrendersi mai e dare vita ad uomini e donne che affogano nel mare dell’indifferenza”.
Buona domenica, don Giuseppe Fiorillo