Riflessioni sulle pagine del Vangelo della Domenica delle Palme 2025
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
inizia con la Domenica delle Palme la settimana del grande dolore di Cristo e dell’umanità intera. La liturgia odierna prevede due momenti, due atti, due rappresentazioni.
Primo atto: Ingresso di Gesù in Gerusalemme. (Luca 19, 28-40). Secondo atto: Proclamazione della passione del Signore (Luca capitoli 22 e 23).
Atto primo. C’è tanta festa di gente umile attorno a Gesù. Ci sono i bambini che seguono Gesù, sventolando rami di ulivo e di palme. Ci sono i suoi discepoli che, pieni di gioia, lodano Dio a gran voce e cantano: benedetto colui che viene nel nome del Signore! Bello è vedere questo Gesù che accetta la festa, l’unico trionfo tutto suo, anche se circoscritto in un breve spazio di tempo.
Bello, ancora, è vedere questo Gesù prendere possesso della città della pace, Gerusalemme, sul dorso di un puledro, quando altri, i potenti della terra, prendono possesso delle città con ferro e fuoco e con grandi parate di cavalli e cavalieri.

Atto secondo. Nella narrazione della passione di Luca, sobria, ma densa di forti sentimenti, la Verità, pur contestata ed osteggiata da Scribi e Farisei, resta sempre viva nel dare senso al vivere degli uomini.
In questa narrazione, difatti, tutto l’universo partecipa al dramma di Cristo: uomini buoni e cattivi, donne, animali, eventi naturali.
Sono presenti i Capi del popolo che organizzano, in fretta e furia, un processo illegale, di notte, quando, di notte, veniva proibita ogni attività legale, regolata dalle ferree leggi del Sinedrio. Viene presieduto, di notte, il processo, da Anna, sommo Sacerdote a riposo, anziché da Caifa, sommo Sacerdote in carica. Inoltre, viene accolta la falsa testimonianza di due uomini venduti. Sono presenti le donne: dalla moglie di Pilato che vede Gesù in sogno nelle vesti di un innocente, alle donne che piangono lungo il cammino verso il Calvario, alla Veronica che asciuga il viso insanguinato di Cristo, alle donne impietrite dal dolore, ai piedi della Croce.
Sono presenti gli animali: il puledro che porta Gesù in groppa, il gallo che canta nella notte per ben tre volte, svegliando la coscienza di Pietro.
Sono presenti le spine che lacerano il capo di Gesù, i chiodi che perforano le mani ed i piedi, la lancia che squarcia il costato di Gesù e ne esce sangue misto con acqua.
Sono presenti eventi naturali e straordinari: alle tre del pomeriggio del Venerdì un terremoto scuote la terra, il sole si oscura, il velo del Tempio si squarcia in due, da capo a fondo. Quante presenze!
E quante presenze, oggi, ha la Passione di Cristo nelle nostre vicende umane:
-nelle vittime di tutte le guerre sacrileghe, perché distruggono il volto di Dio nella persona umana;
-nei bambini innocenti, sdradicati dalla vita;
-nelle donne violentate ed uccise;
-nelle case sventrate e rase al suolo dalla cieca violenza umana.
E quante bugie, perché la prima vittima della guerra è la Verità!
E quanto dolore umano “perché Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte; non libera dalla croce, ma nella croce”. (Dietrich Bonhoeffer).
Buona domenica, ancora, con un pensiero di Blaise Pascal: “Cristo resta in agonia, nel Getsemani, fino alla consumazione dei tempi, a motivo delle scelleratezze umane”.
Don Giuseppe Fiorillo.