Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 6 aprile
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
oggi, celebriamo la 5ª ed ultima domenica di Quaresima. Il brano del vangelo di questa domenica ci interroga: da che parte stai? Sei con la vita o con la morte? Andiamo al testo di Giovanni:
“Gli scribi e i Farisei condussero a Gesù una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”… Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; vai e d’ora in poi non peccare più”. (Giovanni 8,1-11).
Siamo nel Tempio di Gerusalemme, all’alba. Siamo negli ultimi giorni della vita terrena di Gesù. C’è molta gente attorno a Lui: una bella compagnia fatta, soprattutto, di pubblicani, poveri, disperati, oppressi. Lo sguardo di Gesù non si posa mai sul peccato delle persone, ma sulla loro sofferenza. Gli Scribi e i Farisei, invidiosi della popolarità di Gesù, tentano di screditarlo presso il popolo, ordendo una sottile e subdola trappola: “Maestro questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosé, nella Torah, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Scribi e Farisei sono dei giustizialisti che cercano il male negli altri, fino a ricorrere allo spionaggio. La donna, difatti, viene spiata, in casa sua, attraverso le fessure delle sgangherate finestre e …viene trovata in difetto e, come un oggetto, viene presa e portata via. Viene posta nel mezzo, a sua vergogna, dinanzi a Gesù. A lui viene posto questo interrogativo: Che ne pensi?
Ma Gesù scompiglia le carte. Scribi e Farisei che si presentano con la maschera dei giusti, strumentalizzando la legge a loro uso e consumo, vengono invitati da Gesù a guardarsi dentro. Il processo è rovesciato, la trappola è smascherata. Gli inquisitori diventano inquisiti. Gesù si china e scrive col dito per terra. Poi si alza e portando gli occhi sugli zelanti giustizieri dice: “Chi di voi è senza peccato scagli la pietra contro di lei”. Non sappiamo cosa abbia scritto per terra (i vangeli non dicono nulla!) ma da quello che segue, dal fatto, cioè, che tutti, dagli anziani ai più giovani, gettate le pietre per terra, se ne vanno, viene da pensare che Gesù abbia scritto, con nomi e cognomi, le loro magagne.

Ed ora che gli agenti della “buon costume” se ne sono andati la donna resta sola con Gesù, il quale la invita ad alzarsi dalla polvere, nella quale, come un oggetto, era stata buttata e mettersi in cammino verso un futuro di vita e di salvezza: “Vai e non peccare più”. Gesù non giustifica l’adulterio, non sottovaluta la colpa, Lui fa altro: apre orizzonti di vita futura, fa ripartire la vita. Gesù non si ferma sul peccato. Vede una donna che vuole vivere e amare ancora, amare bene, amare molto. Qualunque cosa abbia fatto per lui tutto è cancellato, tutto azzerato. Lei non appartiene al peccato di ieri, appartiene al futuro, ai semi di vita che, seminati, daranno germogli e fiori e frutti. È questa la misericordia di Dio. Lo scandalo della misericordia di Dio!
La buona novella di questa ultima domenica di Quaresima per noi è questa: Gesù non è un moralista, non giudica la donna. Al contrario. La corona di dignità, invitandola a camminare verso un mondo nuovo,nel quale non c’è posto per gli ipocriti, ma solo per i misericordiosi ed i facitori di vita.
Buona domenica con un frammento poetico: “Cristo è stato un grande poeta… guardava le donne come si guarda a dei fiumi…e le sentiva amiche essendo donna nel cuore”. (Alda Merini, Corpo d’amore. Aprile 2017).
don Giuseppe.