Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 3 aprile
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
come nelle due domeniche precedenti, anche la pagina odierna (Giovanni 8,1-11) è un invito a meditare sulla misericordia di Dio: misericordia capace di ricreare l’uomo ed aprire nuove strade verso il futuro.
Siamo nell’ultima settimana della vita terrena di Gesù. Siamo nel tempio di Gerusalemme all’alba. C’è molta gente attorno a Gesù.
Scribi e Farisei non sopportano però che Gesù affermi che Lui sia venuto a salvare i peccatori e mangiare e bere con loro e dichiarare che pubblicani e prostitute saranno primi nel Regno di Dio.
Contro di Lui, quindi, volendolo screditare presso il popolo che lo ama, ordiscono un sottile tranello.
“Allora gli Scribi e Farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: Maestro questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”
Scribi e Farisei sono dei giustizionalisti, ossessionati nel cercare il male negli altri, fino a ricorrere allo spionaggio: la donna in casa viene spiata attraverso le fessure delle sue sgangherate finestre e…trovata in difetto. L’uomo adultero non viene preso, la donna sì …e, come un oggetto, viene portata via e posta nel mezzo, dinanzi a Gesù, per essere condannata con l’avvallo di Gesù.
Ma Lui rovescia le carte. Scribi e Farisei, che si presentano con la maschera dei giusti, strumentalizzando la legge a loro uso e consumo, vengono invitati da Gesù a guardarsi dentro. Il processo è rovesciato: gli inquisitori diventano inquisiti.
“Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.”
Non sappiamo cosa abbia scritto per terra, (i Vangeli non dicono nulla) ma da quello che segue, dal fatto, cioè, che tutti, dagli anziani ai più giovani, gettate le pietre per terra, se ne vanno ,viene da pensare che Gesù abbia, con nomi e cognomi, portato alla luce le loro perversioni, il loro male oscuro.
Ed ora che gli agenti della “buon costume” se ne sono andati la donna resta sola con Gesù: “relicti sunt duo: misera et Misericordia (Sant’Agostino in Evangelium Ioannis tractatus 33,5). Ora Gesù invita la donna ad alzarsi dalla polvere, nella quale era stata buttata e mettersi in cammino verso un futuro di salvezza: “vai e non peccare più”.
La buona novella di questa ultima domenica di Quaresima è questa: Gesù non è un moralista, non giudica la donna, anzi la corona di dignità, invitandola a camminare verso un mondo nuovo, nel quale non c’è posto per gli ipocriti.
Buona domenica con la suggestione di un frammento poetico: “Cristo è stato un grande poeta…/guardava le donne come si guarda a dei fiumi…/e le sentiva amiche essendo donna nel cuore.” (Alda Merini, Corpo d’Amore).
Don Giuseppe Fiorillo