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Don Fiorillo ricorda Pascal: “Cristo resta in agonia, nel Getsemani, fino alla consumazione dei tempi, a motivo delle scelleratezze umane”

Riflessioni sulle pagine del Vangelo della Domenica delle Palme

di Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i,
oggi celebriamo la domenica delle Palme. La liturgia odierna prevede due momenti:

Atto primo: c’è tanta festa di gente umile attorno a Gesù; ci sono i bambini che seguono Gesù sventolando rami di ulivo e foglie di palma; ci sono i suoi discepoli che, pieni di gioia, lodano Dio a gran voce e cantano: benedetto colui che viene bel nome del Signore!
Bello è vedere questo Gesù che accetta la festa, l’unico trionfo tutto suo, anche se circoscritto in un breve spazio di tempo; bello è vedere questo Gesù prendere possesso della città della pace sul dorso di un puledro; altri, i potenti della terra prendono possesso delle città con ferro e fuoco, con grandi parate di cavalli e cavalieri.

Atto secondo: nella narrazione della passione di Luca, sobria, ma densa di forti sentimenti, la Verità pur contestata ed osteggiata da Scribi e Farisei, resta viva nel dare senso al vivere degli uomini.
In questa narrazione tutto l’universo partecipa al dramma di Cristo: uomini buoni e cattivi, donne, animali, eventi naturali.
Sono presenti i Capi del popolo che organizzano, in fretta ed in furia, un processo illegale, di notte, quando, di notte, veniva proibita ogni attività legale regolata dalle leggi del Sinedrio; viene presieduto il processo da Anna, sommo sacerdote a riposo, anziché da Caifa, sommo sacerdote in carica; inoltre viene accolta la falsa testimonianza di due uomini venduti.
Sono presenti le donne: dalla moglie di Pilato che vede Gesù in sogno nelle vesti di un innocente, alle donne che piangono lungo il cammino verso il Calvario, alla Veronica che asciuga il viso insanguinato di Cristo, alle donne, impietrite dal dolore, ai piedi della Croce.
Sono presenti gli animali: il puledro che porta Gesù in groppa, il gallo che canta nella notte per ben tre volte, svegliando la coscienza di Pietro; sono presenti le spine che lacerano il capo di Gesù, i chiodi che perforano le mani ed i piedi, la lancia che squarcia il costato di Gesù e ne esce sangue misto con acqua; sono presenti eventi naturali e straordinari: alle tre del pomeriggio del Venerdì un terremoto scuote la terra, il sole si oscura, il velo del Tempio si squarcia in due, da capo a fondo. Quante presenze!
E quanta presenza, oggi, ha la passione di Cristo nelle vicende umane:

Hanno caricato una croce sulle spalle del mio Signore/
ed egli non emise lamento.
Hanno forato le mani ed i piedi al mio Signore/
ed egli non emise lamento.
Hanno deriso sulla croce il mio Signore/
ed egli non emise lamento.
Poi, reclinato il capo il mio Signore spirò/
e non emise lamento
“.

(Canto negro del venerdì santo, nato nelle piantagioni di canna da zucchero, in America).
Buona domenica con un pensiero di Blaise Pascal: “Cristo resta in agonia, nel Getsemani, fino alla consumazione dei tempi, a motivo delle scelleratezze umane”.
Don Giuseppe Fiorillo

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