Itinerari di vacanza suggeriti dalla blogger nel settore dei viaggi e delle crociere per i lettori di ViViPress
di Liliana Carla Bettini
Avila, la “Città dei Santi e delle Pietre”, è una delle poche città medievali al mondo completamente racchiusa in una cinta muraria quasi intatta.
Avila è adagiata sul fiume Adaja, su un altopiano, fu fondata nell’XI secolo per difendere la Spagna dai Mori, Avila è oggi un patrimonio mondiale dell’UNESCO,
Sono arrivata ad Avila in treno da Madrid e già da lontano potevo vedere le massicce mura, punteggiate da 88 torri semicircolari.


Le mura controllavano l’ingresso di viveri e mercanzie, isolavano anche la città, proteggendola dall’eventuale focolaio di pestilenze o epidemie, oltre alla loro evidente funzione difensiva.
Hanno la forma di un rettangolo irregolare, con torri merlate e torrioni rotondi.
Nove porte davano accesso alla città, di cui la più spettacolare è la Puerta del Alcázar.
La cattedrale di Avila è integrata nel muro, il che offre una vista ravvicinata e unica dei dettagli mentre si cammina sulle mura.



Inoltre, si ha una visuale dall’alto dei cortili, alcuni con giardini segreti incantevoli, non accessibili dalla strada in quanto abitazioni private.
Uno spettacolo accattivante che ha affascinato anche il pittore italiano Guido Caprotti oltre 100 anni fa.
Arrivò nel bel mezzo di una tempesta di neve, ma fu così preso dall’atmosfera e dalla bellezza di Avila, che non se ne andò mai più.
Fu accolto rapidamente nella società di Avila e persino designato “Figlio adottivo di Avila” nel 1918. Insieme a sua moglie, Laura de la Torre, pittrice di miniature.
Acquistò il palazzo di Los Superunda, nel centro del quartiere storico di Avila e per questo conosciuto come Palazzo Caprotti, e ne fece la sua casa e laboratorio.
Visitare il palazzo rivela un tesoro. Non solo per le caratteristiche originali e per i mobili antichi, ma anche per la vasta collezione dei dipinti del Caprotti.
Sebbene abbia lavorato per commissione, i suoi soggetti preferiti erano i paesaggi e le persone del suo tempo, dando un’immagine quasi fotografica di come appariva Avila e la sua popolazione oltre 100 anni fa. Sono inoltre esposte delle deliziose miniature di sua moglie.
Cerca le bandiere bianche appese sul davanti del palazzo e troverai facilmente l’ingresso.
Avila è il luogo di nascita di una delle sante cattoliche più venerate, Santa Teresa.
Chiese e monasteri a lei collegati abbondano ad Avila, così come sculture e dipinti. Tutto ad Avila porta il suo nome, bar, ristoranti e persino una scuola guida.
In Piazza de la Santa, la chiesa ed il convento di Santa Teresa, costruita nel più puro stile barocco carmelitano, è in realtà la casa natale della Santa, Teresa Cepeda y Ahumada, e la facciata è chiaramente visibile attraverso il varco della Porta della Fortezza.
Infervorata dalla religione sin dalla tenera età, si unì all’Ordine Carmelitano all’età di 19 anni. E trascorse gran parte della sua vita a riformare i monasteri carmelitani e fondarne di nuovi, viaggiando per tutta la Spagna.
La sorpresa è la cripta sottostante che custodisce una statua marmorea della santa.
È spesso raffigurata con una freccia nel cuore.
Aveva affermato che era stato un angelo lasciandole il cuore “in fiamme con un profondo amore per Dio”.
Circa 300 anni dopo la sua morte nel 1582, il suo corpo fu riesumato e si scoprì che in realtà aveva un buco nel cuore.
A Lei dedicato anche il Monastero dell’Incarnazione, che oggi è un convento attivo e ospita il Museo di S. Teresa e si trova appena fuori le mura della città.
Santa Teresa ha vissuto e lavorato qui per 30 anni e puoi visitare la sua cella monastica e vedere molti dei suoi scritti nel museo.
Una visita al Monastero completa il “pellegrinaggio” di Santa Teresa, un tour che semplicemente non puoi evitare durante una visita ad Avila.
Durante il Medioevo e prima dell’espulsione degli ebrei in Spagna, c’era una grande e fiorente comunità ebraica ad Avila.
Avevano aperto i loro negozi e attività commerciali nel centro della città ed una passeggiata attraverso l’ex quartiere ebraico significa ritrovare la loro eredità ad ogni passo.
Ávila non può essere compresa senza il suo passato ebraico, di cui, sebbene non si siano conservati quasi resti patrimoniali, ha lasciato una chiara impronta nella mappa urbana della città.

Segnato da strade strette e tortuose e dalla sopravvivenza di un’architettura del patrimonio delle costruzioni ebraiche del periodo precedente l’espulsione, il quartiere di Santo Domingo sorge, in gran parte, su quello che era il quartiere ebraico di Ávila.
Un Itinerario della Judería di Ávila, non può non comprendere una sosta nel tranquillo giardino dedicato al rabbino Moshe de León.
Visse ad Ávila nel tredicesimo secolo e scrisse uno dei grandi libri mistici dell’umanità, il Sefer ha -Zohar o Libro dello Splendore, un’opera fondamentale della Kabbalah.
Il giardino, oltre a piante e fiori lussureggianti, contiene un monolite ricoperto da alcuni versi ebraici tratti dal Libro dello Splendore.
Il lato più leggero di Avila sono i famosi biscotti dolci, chiamati yemas, che vengono prodotti e venduti dalle monache del monastero di Santa Teresa de Jesus.
La loro origine è incerta, ma ci sono diverse teorie. Una di queste suppone che ci fosse un negozio di dolci nel medioevo in Andalusia, chiamato “Flor de Castilla”, il primo che vendeva un dolce con il nome di “Yemas de Santa Teresa”.