Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 18 settembre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
la liturgia di questa 25.ma domenica del T.O. ci presenta una pagina di Luca (Lc 16,1-13) assai sorprendente. Gesù mette in cattedra un ladro, uno che ha dissipato i beni del suo padrone!
Ma, del resto, in un’altra pagina di Luca leggiamo di un eretico, uno scismatico, un samaritano che, sulla via che, da Gerusalemme scende a Gerico, dà una lezione sul più grande dei comandamenti, l’amore, soccorrendo, a differenza del sacerdote e del levita, colui che incappò nei briganti.
Leggiamo, ancora, in Giovanni, come al pozzo di Sicar, Gesù incontra una donna di facili costumi la quale, nel dialogo riconosciuto in lui il Messia, corre in città e comunica a tutti di aver incontrato il Messia di cui parlano i profeti: diviene così la prima missionaria del Vangelo.
Gesù promuove sempre le persone scartate dalla società!

Ma riprendiamo la pagina odierna:
“Gesù diceva ai suoi discepoli: un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi beni .Lo chiamò e gli disse: che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore, caduto in disgrazia presso il suo Signore, si dà da fare per ingraziarsi la riconoscenza dei debitori, condonando parte dei loro debiti. “Tu quanto devi al mio padrone, cento barili d’olio? Prendi la ricevuta e scrivi cinquanta. Ad un altro: tu quanto devi? cento misure di grano, siediti e scrivi ottanta”.
La notizia viene all’orecchio del padrone, il quale, anziché punire l’amministratore per il doppio furto, lo loda perché aveva preso coscienza del suo stato (disse tra sé: cosa farò) ed aveva capito la differenza tra la falsa ricchezza e la vera ricchezza, fatta di relazioni umane che assicurano un futuro.
La narrazione scorre con il monito di Gesù: i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce. Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché quando questa verrà a mancare essi vi accolgono nelle dimore eterne “.
Le ricchezze creano muri, divisioni tra i popoli, elevano steccati tra il mondo opulento ed il mondo povero.
Per Gesù la disonesta ricchezza si purifica soltanto creando relazioni… condonando quei debiti che strozzano le economie dei popoli fragili.
Oggi, i popoli poveri bussano alle porte del mondo ricco ,con discrezione, domani potrebbero arrivare con violenza.
“Popoli ricchi temete l’ira dei poveri, perché, se un giorno si dovesse scatenare la loro ira, periremo tutti in un baratro infernale”. (Paolo VI: Populorum progressio, 26 marzo 1967)
È urgente, quindi, se non vogliamo perire affogati nel mare del nostro egoismo, creare un Nuovo Ordine mondiale, basato sulla Pace e la Giustizia.
Un nuovo Ordine Mondiale che abbia la capacità di sostituire l’aiutare i popoli poveri con il “restituire” il maltolto in forniture di mezzi di lavoro e nel costruire vie di comunicazioni, ospedali, scuole, laboratori.
Un nuovo Ordine mondiale che abbia la capacità di sostituire l’accumulare con il “condividere” i beni della terra, perché la terra da Dio è stata affidata a tutti gli uomini, perché la lavorassero e ne mangiassero i frutti (Genesi).
Buona domenica col ricordarci che, ogni gesto umano verso i più fragili , anche se piccolo, profuma di divino.
Don Giuseppe Fiorillo