Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 1° gennaio 2023
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
oggi, primo giorno del 2023, con questo brano del vangelo di Luca (Lc 2,16-21), la Chiesa celebra la solennità di Maria Santissima, “Madre di Dio”. Titolo che riempie di stupore la liturgia odierna: “o Maria, quello che i cieli non possono contenere, si è racchiuso nelle tue viscere, fatto uomo!”.
Questa Solennità la celebriamo nell’ottava del Natale.
È a Natale che Maria diviene madre nel momento in cui “da’ alla luce il suo figlio primogenito “(Lc 2,7). Nel parlare della maternità di Maria la sacra Scrittura mette in risalto due momenti fondanti: concepire e partorire. Il concepire è comune sia al padre che alla madre, mentre il partorire è esclusivo della madre.
Maria partorisce, di notte, e, nel campo dei pastori, si scatena la gioia degli angeli che annunziano gloria a Dio e pace agli uomini: unità perfetta che unisce cielo e terra.
Dopo l’annuncio inizia il pellegrinaggio verso la grotta della Natività.
“In quel tempo, i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe ed il Bambino, adagiato nella mangiatoia”(Lc. 2,16).
I primi ad iniziare questo pellegrinaggio sono i pastori, nella scala sociale ebraica, considerati gli ultimi.
I pastori, difatti, non potevano testimoniare in tribunale, perché non credibili, non potevano, nella Sinagoga, aprire i rotoli della Torà, perché ritenuti impuri e, secondo i rabbini, erano una razza dannata.
Eppure, quello che l’uomo rigetta, Dio accoglie, perché Lui capovolge sempre i sistemi delle nostre sicurezze!
Gesù, fin dalla nascita, include quello che la stoltezza umana esclude, divenendo, così, novità, nell’accogliere quelli che vengono da “fuori”.
Oggi accoglie i pastori, domani accoglierà i Magi che vengono da “fuori”; ad una donna della Sameria, ritenuta fuori dalla legge di Mosè, presso il pozzo di Sicar, rivelerà di essere il Messia; il “comandamento nuovo” sarà praticato non da un sacerdote, né da un levita, ma da un Samaritano, lungo la via che da Gerusalemme scende a Gerico; ad aiutare a portare la croce sul monte Calvario non sarà un suo amico, un apostolo, ma un uomo che viene dai campi, da fuori: Simone di Cirene; a salire in cielo con Lui non sarà un santo, ma un assassino “il buon ladrone”.
Gesù, quindi, parte dagli ultimi, dai pastori ,elevandoli a primi missionari del Vangelo, in quanto, partendo dalla grotta, a quanti incontrano riferiscano quello che hanno visto, suscitando stupore e meraviglia grande.
Ma ritorniamo a Maria…
“Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditando nel suo cuore” (Lc 2,19).

Maria è madre e, come tutte le madri, raccoglie nell’archivio del suo cuore tutto quello che vede e sente.
Le vere biografie dei figli le scrivono sempre le madri, perché hanno un supplemento di grazia in più dei padri.
I padri scrivono le biografie con l’intelletto, le madri col cuore.
I padri cercano nei figli la realizzazione dei propri sogni, le madri, con piena gratuità, continuano sempre a partorire, giorno dopo giorno, nelle gioie e nelle tristezze, perché tutto il processo educativo abita il loro cuore.
Sono tutte belle le mamme del mondo, a tal punto che, anche, Gesù ne volle Una, tutta per sé. Egli che nell’eternità aveva pronunciato solo il nome di Abbà (papà), a Natale, nel tempo, impara a pronunciare il nome di Immà (mamna).
Quale gioia avrà sentito la piccola madre Maria a sentirsi chiamare Immà da quel bambino che solo lei sapeva chi veramente fosse: un mistero così grande da non poterlo comunicare a nessuno, ma viverlo soltanto nelle profondità del suo cuore!
Un mistero affidato a lei, umile serva, da Dio che “rovescia i potenti dai troni ed innalza gli umili”.
Buon capodanno con la benedizione che viene dalla Torà:
“Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda Pace”. (Numeri 6,23-27).
Don Giuseppe Fiorillo