Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 3 marzo
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
oggi, è domenica, 3ª domenica di Quaresima.
Il brano del Vangelo odierno (Giovanni 2,13-25) presenta l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme che Giovanni colloca proprio all’inizio della vita pubblica di Gesù:
“Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il danaro dei cambiamonete e rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato”!
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: ” lo zelo per la tua casa mi divorerà”…
È festa. Gesù entra nel grande atrio del tempio detto “il cortile dei pagani” e trova una fiera, un mercato di pecore, buoi, colombe. Rovescia a terra i banchi dei cambiamonete, libera le colombe, scaccia fuori animali e mercanti con questo grido, motivato dall’autorità di Geremia profeta: “questa è la casa del Padre mio e voi ne avete fatto una spelonca di ladri”.
Ci domandiamo: come mai questa reazione così furiosa di Gesù? Lui così mite e umile di cuore?
Ecco una risposta: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà” (Salmo 69).
Nella vita del popolo d’Israele, alle origini, il tempio è dedicato soltanto all’ascolto della parola di Dio. Il tempio è come punto di convergenza non solo del popolo eletto (Salmo 123), ma anche di tutti i popoli della terra (Isaia 2,2-5). Ed è per questo che “ai suoi servi sono care le pietre di Sion” (salmo 102,15).
Il tempio, quindi, è il luogo dove avviene la relazione di Dio con tutta l’umanità, relazione contaminata dalla presenza del denaro, idolo di ieri, come di oggi. Questo al tempo di Gesù, ma in fondo, è quello che, anche oggi, viviamo nel rapporto con Dio (do ut des), e, spesso, anche nelle relazioni famigliari, amicali e sociali. Importante è che, quando ci accorgiamo che le relazioni sono luogo di mercato, facciamo bene a rovesciare i tavoli delle nostre ipocrisie e prendiamo coscienza di quello che non va e ricostruiamo le relazioni in maniera autentica. Ricostruire è sempre un lavoro esigente e, delle volte, preferiamo restare dentro relazioni usurate, nelle quali realizzare i nostri affari, i nostri compromessi…
Gesù ci sprona a sottrarci a questa logica immorale e trova, se abbiamo orecchi per ascoltarlo, il modo per rovesciare i tavoli delle nostre sicurezze e spingerci a crescere e camminare verso una felicità che possiamo trovare soltanto in una relazione vera e profonda con Lui.
Dov’è la relazione vera e profonda? “Avete fatto della casa di DIO un mercato!”
Questo monito di Gesù ci tiene lontani dalla relazione vera con Lui, perché la casa di Dio è, sì, il tempio con le sue pietre e i suoi ori, ma ancor di più è la nostra vita.
E Gesù ci avverte: non fate mercato della vostra vita!
Oggi tutto è mercato! Ma la vita è “oltre”!
La vita è un tempio di carne in cui Dio è presente.
Lo ricorda a noi Pietro nella sua prima lettera: “voi siete impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio” (1 Pietro 2,5).
E ancora Paolo nella prima lettera ai Corinzi:” Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio? Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Corinzi 6,19-20).
Buona domenica, buon cammino quaresimale e “tieni dentro di te un piccolo fuoco che brucia, per quanto piccolo, per quanto nascosto!” (Carnac McCarthy)
Don Giuseppe Fiorillo