Un’edizione straordinaria per il numero di persone venute ad assistere come non accadeva da quarant’anni almeno
La secolare tradizione che sapientemente coniuga la sincera fede religiosa alla sentita pietà popolare tra credenze e superstizione, tra storia e leggende, vuole che alla migliore riuscita della Affruntata a Vibo Valentia sia legato il futuro dell’anno che verrà.
E l’auspicio che ha offerto l’Affruntata 2024 è promettente: cerimonia perfettamente riuscita, sbilazione senza intoppi e presenze da ricordare come le più numerose dell’era 2000. Un numero di persone venute ad assistere come non accadeva da quarant’anni almeno.
L’Affruntata è il momento più atteso della Pasqua in molti centri del Vibonese. A Vibo Valentia si attende da secoli con fede e presagio.
Come tutte le sacre rappresentazioni anche l’Affruntata vibonese ha origini medievali.
A curarne l’organizzazione è l’antica Arciconfraternita del Rosario e di S. Giovanni Battista (istituita nel 1543 per volontà del duca di Monteleone, Ettore Pignatelli, è tra le più antiche in Calabria): i prescelti si impegnano in un lavoro delicato per dare ad ogni statua il passo giusto che ne rappresenti il senso: la corsa veloce e ritmata di S. Giovanni che fa da spola tra l’incredulità della Madonna e la gioia del figlio risorto; il passo deciso ed altero del Cristo che si mostra nella grandezza della Resurrezione; il passo ansioso, prima veloce e poi rallentato dall’emozione della Madonna-Madre, che appena vede il figlio risorto tentenna, s’inchina, quasi barcolla dall’emozione, quindi gioisce e perde il manto nero del lutto per rivestirsi nell’azzurro della felicità e delle fede celeste.
Agli inizi l’Affruntata si svolgeva sul Corso Vibonese, l’attuale corso Umberto I. Quando i due conventi di clausura esistenti a Monteleone, entrambi delle Clarisse, furono fusi in uno, la rappresentazione sacra fu trasferita tra piazza Maio e l’antico corso Ipponio e via de’ Forgiari, oggi corso Vittorio Emanuele, per consentire alle monache di potere assistere senza essere viste e per questo, da allora, fu deciso che la svelazione avvenisse un po’ prima della chiesa delle Clarisse, all’altezza del convento.
Le tre statue vengono posizionate: la Madonna all’incrocio con via Luigi Razza, Gesù Risorto all’incrocio con via Terravecchia Inferiore, non visibili tra loro. Quindi inizia il percorso di San Giovanni che, con un andamento in crescendo, porta l’annuncio alla Madonna della resurrezione del Figlio. La rappresentazione popolare vuole che Maria rifiuti di credere per ben due volte, solo al terzo annuncio, ormai convinta, segue Giovanni e corre incontro al Figlio che, accompagnato proprio da San Giovanni, giunge dalla parte opposta, lasciando cadere il manto nero e si mostra vestita di avorio e di azzurro.
A quel punto inizia come una danza, di felicità ed emozione, poi le tre statue si allineano tra gli applausi dei presenti festanti che si abbracciano augurando Buona Pasqua.