La decisione del Governo Meloni è stata presa questa sera su proposta del Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi
Al di là – e al di sopra – di ogni altra considerazione, non c’è dubbio che la notizia colpisce un settore strategico importante per l’intera Calabria. Tropea è un brand internazionale nel turismo ed il suo nome è strettamente legato all’intero comparto, per cui saranno inevitabili i contraccolpi economici considerato che la decisione arriva nell’imminenza della nuova stagione estiva.
Fatta questa premessa, ciò che conta, comunque, è che il Consiglio dei ministri ha deliberato, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, lo scioglimento del Comune di Tropea per infiltrazioni mafiose e l’affidamento della gestione dell’ente, per diciotto mesi, a una Commissione straordinaria.
La notizia è giunta nel tardo pomeriggio di oggi. La commissione straordinaria guiderà il Comune per un periodo di 18 mesi. Di conseguenza non si svolgeranno le elezioni amministrative previste per il prossimo mese di giugno.
La decisione, si legge nel comunicato che spiega le motivazione del provvedimento, “è stata presa in considerazione delle comprovate ingerenze da parte della criminalità organizzata, che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione locale nonché il buon andamento e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica”
Per la Perla del Tirreno, guidata dal 2018 da Giovanni Macrì, esponente di Forza Italia, il provvedimento arriva dopo l’insediamento della commissione di accesso agli atti dello scorso 16 ottobre. Un colpo durissimo per una città ammirata a livello internazionale e frequentata da un turismo che proprio in questi ultimi anni è andato via via incrementandosi in maniera considerevole.
Per il comune di Tropea si tratta del secondo scioglimento per infiltrazioni mafiose dopo quello del 2016, quando era in carica l’amministrazione Rodolico, di area centrosinistra.
Una questione, dunque, che per quanto riguarda Tropea non può considerarsi una problematica di carattere politico e che, di conseguenza, deve essere affrontata nella sua più ampia complessità riguardo l’ordine pubblico, il condizionamento ambientale, le infiltrazioni che superano ogni tipo di colorazione partitica. E che segue i canoni di una legge iniqua e superata.