Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 12 maggio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
oggi celebriamo l’Ascensione di Gesù secondo la narrazione di Marco: Gesù, 40 giorni dopo la Resurrezione, saluta la piccola comunità, riunita sulla collina del Getsemani e ritorna al Padre. Ecco il testo:
“Gesù apparve agli Undici e disse loro: andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove,prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano”.(Marco 16,15-20).
Paolo nella sua prima Lettera ai Corinzi, (scritta nel 54 d.C.) ci lascia questa importante notizia nel riportare le prove della Risurrezione di Cristo: “poi apparve a più di 500 fratelli in una sola volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita a Gerusalemme” (1 Corinzi 15,6).
Gesù, quindi, ritorna al Padre lasciando al piccolo gruppo la missione di andare per il mondo ad annunciare la buona novella: “andate in tutto il mondo e annunziate il Vangelo ad ogni creatura”. Annunciate. Niente altro. Non dice: organizzate, occupate posti importanti, fate grande opere caritative, costruite basiliche, no! solamente dice: annunziate!
In un mondo in cui i Romani imponevano la globalizzazione del loro potere con la forza e l’astuzia (divide et impera!), Gesù propone la globalizzazione dell’amore e della fratellanza universale: “amatevi gli uni gli altri”. E per realizzare questo sogno affida il suo progetto di un mondo nuovo alla povertà di Undici pescatori e contadini illetterati e non all’intelligenza dei primi della Classe. Ecco alcune raccomandazioni che Gesù ci lascia il giorno della sua partenza:
“Nel mio nome scacciate demòni”.
I demòni rappresentano tutto ciò che allontana da Dio e che, nello scorre dei tempi, prendono nuovi volti: demoni del potere di pochi che, con tecniche nuove e sempre più sofisticate, schiavizzano la moltitudine bisognosa di terra, di casa, di lavoro, di dignità. A tutt’oggi questi demòni fanno da padroni: demòni della violenza, dell’egoismo, della discriminazione, delle guerre, della lussuria, delle mafie, della corruzione, vanificando, così, il messaggio evangelico.
“Parlate lingue nuove”.
Gesù, oggi ci invita a cercare nuove modalità di annuncio del Vangelo, secondo l’esigenza dei tempi; ci invita ad aprirci all’ascolto dell’altro, alla comprensione del linguaggio delle nuove generazioni che portano novità che, spesso, stentiamo a comprendere e ad accettare. Gesù ci invita, ancora, ad acquisire l’intelligenza del cuore che ci permette di comunicare con tutti con la lingua universale che ci parla di accoglienza, cura, rispetto, fraternità, con partecipazione, responsabilità.
“Imponete le mani ai malati e guariteli”.
I discepoli del Signore, (e ci siamo anche noi nel numero!) sono chiamati al ministero della consolazione con il lenire le malattie fisiche degli uomini, col balsamo della nostra presenza e cura, ed animare, con la forza dello spirito, i cuori spaventati da pandemie varie e minacce di guerre sempre più spaventose e di ogni genere…
“Allora essi partirono e predicarono dappertutto”…
E l’avventura comincia e cammina sulle strade romane con la mente e le gambe di “un gruppetto di uomini impauriti e confusi,un nucleo di donne coraggiose e fedeli,ed affida loro il mondo”(Ermes Ronchi).
E l’avventura continua con noi, spauriti davanti alle nuove sfide che i tempi ci presentano, ma fiduciosi nella presenza del Signore Gesù:”Io sarò con voi fino alla consumazione dei tempi”.
Buona Ascensione con l’afflato poetico di padre Davide Maria Turoldo: “Andate dunque,seguite il vento/e battezzate in Spirito e fuoco:/nel nome mio cacciate i demòni,/ la lingua nuova parlate di Dio/e imponete le mani ai malati”.
Don Giuseppe Fiorillo.