L’indagine avviata due anni fa dalla Procura delle Repubblica di Vibo Valentia. Ai domiciliari gli ultimi due ex direttori; altre tre persone indagate
Vibo Valentia questa mattina si è svegliata sotto un potente uragano giudiziario che questa volta ha colpito i piani alti degli ambienti socio-culturali della città.
Due persone agli arresti domiciliari, altre tre indagati e sequestro beni per un valore di oltre 230mila euro è il risultato di un’indagine partita esattamente due anni e riguardante la gestione del Sistema Bibliotecario Vibonese. Ai cinque indagati viene contestato il reato di peculato. Ad eseguire i provvedimenti gli uomini del Nucleo di Polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, insieme alla Sezione di polizia giudiziari della Guardia di finanza della Procura e alla Polizia locale nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia.
Dalle indagini sarebbe emerso che due dirigenti del Sistema Bibliotecario Vibonese, un servizio pubblico locale gestito attraverso finanziamento da parte della Regione Calabria, si sarebbero appropriati, nel tempo, di ingenti somme di denaro – pari all’importo sequestrato – destinandole, tra l’altro, a propri congiunti tramite il conferimento diretto di incarichi in palese conflitto di interesse, eludendo le disposizioni in materia di accesso al pubblico impiego. Secondo l’accusa, in particolare, dagli accertamenti, è emerso che, per lo svolgimento delle attività connesse alla realizzazione dei progetti a cui ha preso parte, l’ente si è avvalso, negli anni, oltre che del personale regolarmente assunto, anche di altri assunti con contratti di lavoro autonomo conferiti attraverso lettere di incarico prive di ogni riferimento circa la tipologia di selezione utilizzata e nelle quali non si dava atto di aver reso pubblica la ricerca di personale in quello specifico settore.
I due arrestati sono l’ex direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani, figura storicamente legata all’Ente ed a tutte le iniziative culturali da questo realizzate, e colei che era subentrata nell’incarico, una volta questi andato in pensione, Valentina Amaddeo, attualmente dipendente comunale.
Gli incarichi venivano reiteratamente conferiti a loro familiari, da qui il particolare che sotto indagini siano finiti anche i tre figli di Gilberto Floriani.
Dall’analisi della documentazione amministrativa è anche emerso come l’ente, nel corso degli anni, avesse approvato i bilanci senza sottoporli al vaglio di un apposito revisore dei conti, figura mai nominata. I bilanci, inoltre, secondo l’accusa, sono risultati essere «manipolati» con lo scopo di dare false informative economico-finanziarie, attraverso una rappresentazione fuorviante della situazione reale. Una gestione illecita, a giudizio dell’accusa, che ha portato al dissesto dell’ente che nel periodo oggetto di indagine ha maturato una situazione debitoria quantificata in circa 700.000 euro.
È utile ricordare che di recente la Regione Calabria aveva revocato diversi finanziamenti non ammettendo il Sistema Bibliotecario Vibonese ai bandi perché questo ente non ha rendicontato, nel corso degli ultimi anni, i contributi che gli erano stati concessi. Inoltre, la Regione Calabria ha già fatto ricorso ad “atti ingiuntivi per il recupero delle somme erogate e non rendicontate”.