L’icona pop della discomusic italiana degli anni ’80 è morto ieri. Lo salutiamo proponendo un ricordo personale, quando venne ospite nella sede della radio Calabrian Broadcasting Corporation
di Maurizio Bonanno
Pino D’Angiò, al secolo Giuseppe Chierchia, è morto all’età di 71 anni. La moglie Teresa e il figlio Francesco hanno comunicato la notizia della morte dell’artista, originario di Pompei: “Purtroppo oggi papà ci ha lasciati, colpito da un grave malore che lo ha portato via nel giro di qualche settimana. Ha resistito tanto, come ha sempre fatto”.
Ieri sera (in verità, era già notte inoltrata!) tornato a casa, nell’ultimo giro delle notizie prima di andare a dormire, scopro questa che mi sconvolge. Tornano alla mente ricordi. Di quegli anni ’80, del trionfo della discomusic in chiave italiana che invadeva le discoteche, proprio quando io ero uno dei disc-jockey che, alternandosi tra radio e piste da ballo viveva in prima persona questo straordinario fenomeno che era soprattutto sociale. Finiti gli studi al liceo classico M. Morelli, mi ero trasferito a Roma a studiare Medicina, ma l’amore per la musica – suonata, cantata e gestita tra trasmissioni radiofoniche e serate in discoteca – rimaneva la grande passione mai abbandonata. Eravamo così convinti ed entusiasti di quello che facevamo (infatti, dopo qualche anno abbandono gli studi di Medicina e mi avventuro lungo una strada che mi porta, con soddisfazione, al lavoro che ancora faccio!), al punto che un gruppo di noi, particolarmente affiatato e matto allo stesso tempo (vero Ciro? vero Wolfango? vero Antonello? …e tanti altri, alcuni, purtroppo, che non ci sono più!) decidemmo un’impresa al limite della follia, creando una radio alternativa nel modo di condurre e nella musica da selezionare e mandare in onda. A Vibo Valentia era nata la CBC, Calabrian Broadcasting Corporation, un’esperienza straordinaria, per noi fantastica, con un numeroso seguito di ascoltatori: che esperienza!
Perché racconto questi fatti personali? Che c’entra tutto questo con la morte di Pino D’Angiò?
Presto capirete.
Era un periodo di vivacità per tutta Vibo Valentia, ben inserita nel mondo dello spettacolo, grazie all’azione del Gruppo Mancini che – tra ViboStar, la 6Giorni di Vibo e festival musicali vari che coniava l’indimenticato patron Saverio Mancini (tra i direttori, il compianto Felice Muscaglione) e le ben note Buche del 501, iconica discoteca che aveva prima in Valentino Preta e poi in me i suoi dj – faceva arrivare in città il meglio del momento.
Noi, dj da discoteca e conduttori radiofonici, eravamo piccoli divi del territorio, ci atteggiavamo un questo ruolo, ma senza presunzione, piuttosto con ironia e modi scanzonati, ma… cuccavamo (come si diceva allora). Vivendo questi momenti e questi sentimenti, capita di imbatterci in un tipo che raggiunge un successo planetario lanciando quello che oggi chiamiamo la “italodisco”. Ecco arrivare un tipo che canta, in una sorta di proto-rap, una filastrocca: “L’ho beccata in discoteca con lo sguardo da serpente… Io mi sono avvicinato, lei già non capiva niente…”.
Incredibile: eravamo noi. Ero io, dj di provincia, che però in estate con l’arrivo dei turisti da ogni parte, diventavo al centro del mondo intero. Questo tipo era Pino D’Angiò: ci aveva scoperti, individuati e, con questa sua canzone, ci aveva fotografati, immortalati!
“Prendevo in giro i personaggi ridicoli che si presentavano nei locali con il foulard al collo raccontando storie mirabolanti. Erano gli anni in cui giravano questi sbruffoncelli che millantavano successi straordinari…” ricordava nelle varie interviste Pino D’Angiò, nello spiegarsi il successo di questa canzone “Ma quale idea”.
Fu un’esplosione: Ma quale idea in Italia vendette 2 milioni di copie, 12 milioni nel mondo. Ancora in classifica in Inghilterra, nel febbraio scorso al quinto posto! E torna incredibilmente di attualità , perché ‘Ma quale idea’, ridiventa un tormentone negli ultimi mesi, dopo il remix dei Bnkr44, gruppo di giovani musicisti con i quali viene a duettare, a febbraio, sul palco di Sanremo.
Intanto, tornando agli anni ’80, a quasi un anno dal successo internazionale, Pino D’Angiò è a Vibo Valentia, ospite – se non ricordo male – proprio di una “6Giorni” del Gruppo Mancini. Portarlo in radio è stato un attimo. Che ricordi!
Scopriamo un personaggio affascinante, antidivo per eccellenza. La sua caratteristica voce roca aveva dato vita a quello che dopo venne considerato appunto il primo rap italiano, ‘Ma quale idea’, grande hit del 1980, era rimasto al vertice della hit parade spagnola per 14 settimane l’anno dopo: quel 1981 che lo vedeva adesso a Vibo Valentia per lanciare il suo nuovo brano ‘Un concerto da strapazzo’, sempre all’insegna dell’ironia e del non sense, in cui immaginava di duettare con i più grandi big della canzone. Ed era lì, negli studi della CBC a raccontare, a raccontarsi.
Scopriamo che era un medico mancato (anche lui come me, adesso comprendete il perché di quella iniziale autocitazione): «Studiavo Medicina a Firenze – raccontò – Per mantenermi facevo cabaret al Pozzo di Beatrice, una specie di Derby toscano. Un giorno capita nel locale il produttore di Mina. Dopo lo spettacolo mi lascia il suo biglietto e dice: “Venga a trovarmi a Milano”. Ci andai un anno e mezzo dopo, mi propose di fare un disco: era il 1978, avevo 25 anni… Il 45 giri di È libero, scusi? fu un insuccesso clamoroso, non lo comprò neppure mia madre. Sei mesi dopo, la Rifi Records, la casa discografica di Iva Zanicchi, Franco Simone e Cristiano Malgioglio, mi richiama e mi dice: “Facciamo un disco”. Da lì, il successo di Ma quale idea».
Pino D’Angiò è stato anche doppiatore, attore ed autore di successo. Nel 2001 è l’unico italiano a ricevere negli USA il Rhythm & Soul Music Awards. Scrive una canzone per Mina, “Ma chi è quello lì”. Nel 2022 il suo ‘Okay Okay’ viene scelto da Amazon per gli spot pubblicitari del Black Friday in USA e nel mondo.
È facile comprendere la piacevole sorpresa di ritrovarlo, nel febbraio scorso, sul palco del Festival di Sanremo a duettare con dei giovanissimi che lo riportano al successo tra ragazzi che neppure erano nati ai tempi di ‘Ma quale idea’ e che adesso lo acclamavano, attraverso questo remix sanremese diventato, ancora una volta, tormentone in radio.
Ricordi ed emozioni tornati a galla e che adesso si bloccano strozzati dalla triste notizia della sua scomparsa, ma… come dimenticare quel giorno passato insieme negli studi della CBC!