L’appello della Cooperativa Fenice al Vescovo mons. Attilio Nostro
Non sembra possibile che a Vibo Valentia quattro anni di vita per una cooperativa sociale rappresentino un record di longevità, come da più parti evidenziato, ma La Fenice – nata nel 2020 – ne sta comprendendo sempre più il perché.
“Fenice – come afferma la sua presidente Maria Assunta Raco – sta riuscendo a sostenere le persone con disabilità psicomotoria che frequentano i propri laboratori abilitativi e riabilitativi giornalieri solo grazie alla partecipazione economica delle loro famiglie e all’aiuto della Chiesa.
Nel ringraziare vivamente il Parroco della Sacra Famiglia di Vibo Valentia, don Piero Furci e il Vescovo Mons. Attilio Nostro, proprio perché persone particolarmente sensibili che conoscono l’operosità e gli sforzi della cooperativa, Fenice pone loro una legittima domanda: “Quando una cooperativa come la nostra riuscirà ad avere una propria quanto dignitosa autonomia?”
Senza piangersi addosso né parlare dei molteplici progetti che custodisce da tempo, Fenice lancia un forte e deciso appello per due impellenti necessità, dalla cui realizzazione dipende la prosecuzione del difficile cammino verso l’autonomia: rimpiazzare l’attuale e non più giovane pulmino a 9 posti con pedana, utilizzato per i viaggi da e per casa degli amici con disagio; disporre di una sede per poter avviare la procedura di accreditamento presso la Regione Calabria.
Rispetto al pulmino, Maria Assunta Raco afferma: “Vediamo puntualmente fermo e non utilizzato, salvo prova contraria, un mezzo analogo a quello in nostro uso ma decisamente più nuovo, acquistato con i fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica e donato all’associazione “Come te”, che ci risulta non svolga ormai da anni attività pro disabili presso la “Casa di Anna” di Vibo Valentia. Ci chiediamo come sia possibile che un’importante risorsa venga concretamente lasciata inutilizzata, mentre vi è tanto bisogno in tal senso. Se anche fosse solo parzialmente utilizzato, il mezzo non potrebbe servire a coprire più esigenze?”
In merito alla sede accreditabile, Fenice chiede che i locali della Sacra Famiglia, presso cui già effettua i citati laboratori giornalieri, vengano formalmente donati in comodato d’uso per un periodo tale da poter avviare la pratica d’accreditamento. Senza alcun atto formale, infatti, non si può ambire ad alcuna forma di collaborazione finanziaria da parte della Regione Calabria.
“Ovviamente – prosegue la presidente Raco – in caso di concessione in uso, la Chiesa potrebbe regolamentare tutto secondo propri criteri e prioritarie esigenze, mantenendo le fondamentali finalità di luoghi di culto e servizio pastorale”.
La presidente della Fenice conclude con ottimisticamente: “In caso di risposte positive, qualcuno in Paradiso gioirebbe vedendo attuarsi ciò che aveva in mente per i disabili in quei locali”