L’annuale report del noto quotidiano economico dimostra che le grandi città sono le più insicure. I dati relativi alle città calabresi
Proprio ieri il quotidiano economico Il Sole 24Ore ha pubblicato l’annuale “Indice della criminalità”, la graduatoria su base provinciale che ogni anno permette di scoprire quali sono le province meno sicure, che segna un +3.8% dei reti denunciati, la prima volta in crescita dal 2013, con particolare aumento dei reati violenti: omicidi, percosse, lesioni e rapine.
L’aspetto che emerge è soprattutto che le grandi metropoli turistiche – Milano, Roma e Firenze – si confermano anche quest’anno le peggiori
Milano si conferma la città con il maggior numero di reati denunciati nel 2023, con oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti nel 2023. Nel capoluogo lombardo, da anni in cima a questa classifica, le denunce sono in crescita del 4,9% rispetto al periodo pre-pandemia, con picchi di furti e rapine. È terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti.
Roma registra un incremento delle denunce del 16,7% rispetto al 2019 e del+11% rispetto al 2022, con furti e reati predatori a fare da traino, ma anche reati connessi agli stupefacenti.
Firenze torna sul podio della criminalità, trainata da un aumento delle rapine in strada, cresciute del 56% rispetto al 2022.
Le città più sicure, in controtendenza rispetto ai grandi centri urbani, sono le province di Oristano, Potenza e Treviso che risultano essere le più sicure d’Italia, posizionandosi in fondo alla classifica. Qui le denunce sono decisamente inferiori, segno di un maggiore controllo del territorio.
E le province calabresi?
Catanzaro, con il 41esimo posto su 106 si attesta come la meno sicura con 11.550 denunce, 3.390,7 ogni 100mila abitanti. L’incidenza della città capoluogo sul numero dei reati denunciati è del 36%. Dopo Catanzaro si posiziona la provincia di Vibo Valentia, 61esima nella graduatoria nazionale con 4.572 denunce, 3.036,6 ogni 100mila abitanti ed un incidenza della città del 29%.
La più sicura è Cosenza, 95esima a livello nazionale con 17.158 denunce, 2.560,3 ogni 100mila abitanti ed una incidenza del capoluogo di provincia del 16%.
Quindi, Crotone e Reggio Calabria, posizionate, rispettivamente, al 76esimo e 80esimo posto a livello nazionale. A Crotone le denunce sono state 4.636, 2.866,5 ogni 100mila ed un incidenza di Crotone città del 42%; a Reggio nel 2023 ci sono state 14.322 denunce, 2.780,7 ogni 100mila abitanti ed una incidenza della città capoluogo del 45%, la più alta in regione.
Riguardo a reati specifici. Cosenza e Crotone, a livello nazionale, sono seconda e terza per incendi con, rispettivamente, 45,1 e 43,3 denunce ogni 100mila abitanti; sesta Vibo Valentia.
Dall’analisi dettagliata dei reati, così come elaborata dalla nostra redazione, alcuni dati risultano di valore particolarmente significativo.
Ad esempio, Vibo Valentia è città assolutamente virtuosa per quanto riguarda le rapine: ultima 106° per furti con strappo e furti con destrezza; penultima (105°) a proposito di rapine in banca e rapine in uffici postali; terzultima (104°) quando si parla di furti in esercizi commerciali, di rapine in pubblica via, ed anche in contrabbando; e poi, 102° posto per rapine in abitazione, 101° per furti in abitazione. Preoccupa, invece, se si parla di reati alla persona: in questo caso, Vibo Valentia è terza per omicidi colposi (la supera, però, Catanzaro, che si posiziona al secondo posto: 11° per Reggio Calabria), così come per minacce (al 4° posto Crotone); è quinta per percosse; è sesta per usura, voce nella quale eccelle purtroppo Crotone, prima in Italia; primo posto che la città pitagorica – ahimè – conquista pure a proposito di tentati omicidi e associazione di tipo mafioso, voce quest’ultima che vede Cosenza al secondo posto, Reggio Calabria al quinto, Catanzaro al 17°.
Quindi, si potrebbe dire “periferia è bello… ed è più sicuro” ?!
Di certo, la vita che si vive è meno frenetica, caotica, stressante, usurante… tranquilla.
Comunque, al di là di numeri e percentuali, un aspetto è bene tenere presente: l’indagine si basa sulle denunce giunte alle forze dell’ordine, dato oggettivo ed attendibile certo, ma… quanto può dirsi veritiero rispetto alla realtà dei fatti?
Quanto reati ancora non vengono denunciati? Soprattutto, quando si parla di usura, minacce, piccole rapine, tentati omicidi, danneggiamenti e firtarelli… e via elencando, quanti restano confinati nelle oscure stanze di un quotidiano con il quale facciamo drammaticamente i conti senza avere la forza di ribellarsi?
Molto, molto c’è ancora da fare per garantire alla nostre città, a ciascuno di noi, un livello civile di sicurezza!