Una riflessione doverosa alla luce di quanto ancora sta drammaticamente accadendo in Medio Oriente. L’intervista alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, Noemi Di Segni
di Maurizio Bonanno
Mancano quattro giorni al drammatico anniversario dell’eccidio del 7 ottobre voluto da Hamas.
Fu un giorno di dolore immane, di inquietudini atroci, di paure dimenticate, sconosciute alle giovani generazioni. Uno shock per tutti, noi compresi. Un giorno, quel 7 ottobre, che proprio per quanto sofferto avrebbe dovuto garantire a Israele ed agli ebrei solidarietà e comprensione anche fra chi storicamente li guarda con sospetto.
Un anno dopo ci ritroviamo invece con diffusi sentimenti antisemiti, un incubo che sembra tornare dagli angoli più vergognosi e spaventosi della storia umana.
In vista di questo 7 ottobre, ci siamo ridotti a dover vietare manifestazioni per non assistere allo scempio dei cartelli disgustosi apparsi la scorsa settimana a Milano, alla sfilata di gente che ha rispolverato parole d’ordine e immagini del più puro odio antisemita.
Le scene, crude e drammatiche che arrivano dal Medio Oriente, danno fiato ad un antisemitismo lievitato negli ultimi mesi in modo preoccupante in tutto l’Occidente e rimandano anche al ruolo internazionale dell’Europa e a quanto questo scenario può intrecciarsi con la crescita e la propaganda delle forze antieuropee e filorusse, un gioco pericoloso innescatosi il 7 ottobre dello scorso anno con la strage compiuta dai terroristi di Hamas in Israele.
Israele non deve restare sola. Si possono avere le idee più diverse ed esprimere i più diversi giudizi sulla sua politica interna e, del resto, essendo una democrazia i dissensi certo non mancano anche al suo interno, ma in questo momento, sotto quei missili sparati dagli iraniani in territorio israeliano ci sono il nostro mondo e le conquiste di civiltà e di diritto che hanno reso il presente migliore rispetto ad un passato colmo di guerre, coltivato nell’odio e nel razzismo, contro i quali oggi abbiamo il dovere di ribellarci tenendo presente le radici comuni di una cultura che ci unisce, ci accomuna, come ci ricorda la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, Noemi Di Segni.