Le ricostruzioni del Procuratore facente funzione della DDA di Catanzaro Vincenzo Capomolla e del comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone Raffaele Giovinazzo.
Risvolti clamorosi nell’Operazione Nemesis dei carabinieri che oggi all’alba nel crotonese, ha portato a dieci arresti con accuse legate a reati di ‘ndrangheta e aggravati da modalità mafiose. Clamorosi percè tra gli arrestati c’è anche il sindaco di Casabona, Francesco Seminario, 54 anni del PD, e un assessore della sua giunta, Anselmo De Giacomo, 40 anni.
La vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone e coordinata dalla Dda di Catanzaro si è sviluppata tra i Comuni di Strongoli, Scandale e Casabona. Per otto degli arrestati il gip di Catanzaro ha disposto la misura cautelare in carcere, per gli altri due quella dei domiciliari.
Casabona è un Comune già sciolto per mafia a novembre 2018 in seguito all’operazione Stige.
Per il sindaco Seminario è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre De Giacomo è ai domiciliai; per entrambi l’accusa è di scambio elettorale politico mafioso.
Attraverso le indagini, è stato possibile – spiegano gli investigatori – «delineare la gravità indiziaria riguardo l’attuale operatività della ‘ndrina di Casabona e di rilevare i suoi interessi criminali in seno alla realtà politica e imprenditoriale del territorio».
Il sindaco «Seminario – ha spiegato Procuratore della Repubblica facente funzioni, Vincenzo Capomolla – prima delle elezioni amministrative del 2021, avrebbe reperito un cospicuo bacino di voti tramite la cosca Tallarico e i suoi affiliati che gli hanno consentito di raggiungere l’obiettivo dell’elezione. In più Seminario si sarebbe avvalso dell’ausilio di altri appartenenti all’Amministrazione comunale», tra cui l’assessore De Giacomo, «per favorire gli interessi degli esponenti della cosca, con riguardo, in particolare, alle attività imprenditoriali nel settore dell’edilizia riconducibili allo stesso gruppo criminale, ai vantaggi nell’indebito godimento di beni pubblici, ad aree destinate a piano per insediamenti industriali, ad assunzioni ed allo svolgimento di attività lavorative».
Insomma, tutto ruota intorno alla famiglia di ‘ndrangheta dei Tallarico di Casabona, che sarebbe stata in contatto, tra l’altro, con i capi ed i sodali delle cosche dei vicini territori di Rocca di Neto, Petilia Policastro, Cirò e Cirò Marina e della frazione Papanice di Crotone: «finalizzati – secondo la ricostruzione della Dda – al mantenimento, nell’area di competenza, degli affari, connessi con lo spaccio di sostanze stupefacenti e con altre attività delittuose in grado di garantire le risorse economiche necessarie anche per l’alimentazione della ‘bacinella’, dedicata, tra l’altro, al soddisfacimento dei bisogni dei sodali detenuti e delle loro famiglie».
«L’indagine – è ancora riferito – ha consentito altresì di accertare le modalità operative del sodalizio anche a protezione delle sue attività illecite rispetto ai possibili controlli da parte delle forze dell’ordine, nonché a tutela degli interessi economici della consorteria anche mediante il controllo e il condizionamento della vendita all’asta di beni collocati sul suo territorio di influenza».
Nella conferenza stampa convocata per illustrare l’inchiesta Nemesis, gli inquirenti si sono soffermati sui legami tra politica, amministrazione pubblica e potere mafioso. Il Procuratore facente funzione Vincenzo Capomolla ed il comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone Raffaele Giovinazzo hanno sottolineato anche come i presunti accordi elettorali contestati in questa indagine siano stati presi all’indomani dello scioglimento del comune di Casabona proprio per infiltrazioni mafiose.
“Dall’assegnazione di un alloggio popolare ad un sodale della ‘ndrina che non ne aveva diritto – spiega Giovinazzo – all’assunzione di personale che non aveva i requisiti previsti, fino allo sfruttamento di un terreno del clan vietato per legge, i ‘soprusi’ ai danni dei cittadini da parte di chi avrebbe dovuto tutelarne gli interessi”
Questi i nomi degli arrestati:
- Carlo Mario Tallarico, di 73 anni (CARCERE);
- Daniele Tallarico (31) (CARCERE);
- Ludovico Tallarico (49) (CARCERE);
- Sergio Tallarico (43) (CARCERE);
- Luigi Gagliardi (44) (CARCERE);
- Cataldo Poerio (37) (CARCERE);
- Giuseppe Pullerà (42) (CARCERE);
- Francesco Seminario (54) (CARCERE).
- Anselmo De Gaetano (40) (DOMICILIARI),
- Francesco De Paola (72) (DOMICILIARI).