Il nuovo processo si rende necessario perchè gli atti sessuali sarebbero stati perpetrati nei confronti della vittima anche quando questa aveva meno di 10 anni
Quella che vi stiamo per raccontare è una vicenda che nessuno vorrebbe mai sentire.
È la storia di una bambina, che all’epoca aveva meno di 10 anni, e di suo nonno, una persona che avrebbe dovuto amarla e proteggerla contro tutto e contro tutti e che invece con il tempo si è rivelato essere il suo peggiore incubo perché si è trasformato in un “nonno orco”.
Siamo in un paese della costa del Vibonese, e una maestra, notando il comportamento animalo della bambina che tendeva ad isolarsi dal contesto scolastico apparendo spesso triste, fa scattare l’allarme, è stata proprio lei a raccogliere le confidenze imbarazzate della piccina e a fare la prima denuncia, era il 2022.
Sin da subito la Squadra Mobile di Vibo Valentia inizia le indagini e scopre che la bambina poteva essere la vittima da circa tre anni di presunte violenze sessuali proprio da parte del nonno orco.
La Procura di Vibo Valentia, per poter istruire il processo, ha ricostruito le presunte violenze: dalla palpazione dei genitali alla frequente masturbazione impostale dal nonno, che l’avrebbe anche obbligata a toccarlo, fino allo stupro vero e proprio. Ma ad incastrare il “nonno orco” sono stati soprattutto alcuni video allegati agli atti dell’inchiesta nei quali si vedeva l’uomo in atti di autoerotismo davanti la nipote, e un un’altra occasione, anche in presenza delle sue sorelle .
La bimba avrebbe invano provato a confidare quanto stava avvenendo al papà e alla nonna paterna senza tuttavia essere creduta, la madre aveva anche affrontato il suocero ma lui aveva negato gli abusi e lei gli avrebbe creduto.
Il primo processo, celebrato davanti al Tribunale di Vibo Valentia, nel quale erano coinvolte anche altre tre persone (padre madre e nonna della piccola), accusate di mancata protezione nei confronti della minore, tutte difese dall’avvocato Caterina De Luca, e tutte assolte, finì con la condanna del 74enne alla pena di 16 anni e 5 mesi di reclusione, però la corte ha ritenuto necessario un nuovo processo per l’imputato in quando dal dibattimento è emerso che gli atti sessuali sarebbero stati perpetrati nei confronti della vittima anche quando questa aveva meno di 10 anni e, pertanto, per questi specifici fatti, l’ulteriore dibattimento si svolgerà per competenza dinnanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro.