Molti comuni, anche calabresi la utilizzavano per l’espletamento dei concorsi
Spesso le pubbliche amministrazioni si rivolgono a terzi per espletare il reclutamento di personale, attività che potrebbe essere resa lecita e giustificata dalla possibilità concessa agli Enti locali di poter organizzare e gestire in forma aggregata le selezioni per la formazione di elenchi di idonei all’assunzione nei ruoli dell’amministrazione, sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, per vari profili professionali e categorie, compresa la dirigenza.
Questo possibilità però ha dei limiti e regole ben precise che un’associazione, con sede a Gallarate in provincia di Varese, non ha rispettato a pieno.
Le Fiamme Gialle varesine hanno accertato che questa associazione aveva stipulato degli accordi di natura commerciale con molti comuni italiani, anche calabresi, assimilabili ad un appalto, “non preceduto da alcuna procedura ad evidenza pubblica o gara informale. Pertanto, è avvenuto in forma diretta, in totale disapplicazione del Codice dei Contatti Pubblici, con conseguente violazione delle norme in materia di contrattualistica pubblica e dei principi di pubblicità, concorrenza e par condicio”.
L’accordo concluso dagli Enti pubblici coinvolti prevedeva una “tassa di concorso” pari a € 10,33 a carico dei candidati, da corrispondere da parte di ciascun concorrente direttamente all’associazione; inoltre, questa volta a carico di ciascun comune, un importo omnicomprensivo una tantum pari al 100% dell’importo lordo della busta paga mensile del dipendente in caso di assunzione a tempo indeterminato e del 75% dell’importo lordo della busta paga mensile del dipendente in caso di assunzione a tempo determinato, per ciascuna unità assunta tramite i concorsi banditi per 15 profili professionali: istruttore direttivo amministrativo; istruttore direttivo amministrativo-contabile; istruttore direttivo contabile; istruttore direttivo tecnico; istruttore direttivo di vigilanza; istruttore direttivo informatico; istruttore direttivo – assistente sociale; istruttore direttivo – agronomo; esperto rendicontazione; istruttore amministrativo; istruttore amministrativo – contabile; istruttore di vigilanza; istruttore tecnico – geometra; istruttore informatico; educatore asilo nido.
Alla procedura hanno partecipato 60.559 candidati, ed avendo ciascuno corrisposto la tassa di concorso pari a € 10,33, i partecipanti risultano aver versato complessivamente all’associazione la somma di € 625 mila euro. Tuttavia, tale somma è stata configurata come attività associativa e non attività commerciale, con conseguenti vantaggi di natura fiscale.
La verifica fiscale che ha accertato questo meccanismo era volta a sottoporre a tassazione i compensi ottenuti e non dichiarati, da qui un contraddittorio con la parte che si è concluso con la sanzione amministrativa della dichiarazione annuale infedele e la constatazione di un’IRES evasa pari a oltre 50 mila euro.