I provvedimenti sono stati presi dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale
Il 25 novembre è stato anche un momento di bilancio per quanto riguarda la violenza sulle donne, la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro, dal canto suo ha reso noto che dall’inizio dell’anno ha emesso sedici misure della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza a carico di altre persone residenti sia nel capoluogo che in provincia, e indiziate dei reati di atti persecutori e di maltrattamenti contro familiari o conviventi, tredici sono state emesse nel primo semestre e tre solo in questo ultimo mese.
I destinatari, di cui quindici italiani e uno straniero, a cui sono stati anche ritirati i documenti di identità validi per l’espatrio, dovranno ora osservare una serie di obblighi e divieti previsti dalla legge, compreso il divieto di avvicinamento alla parte offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa.
Entrando più nello specifico “otto provvedimenti sono stati disposti per l’ipotesi di maltrattamento: si tratta di un 68enne al quale è stata applicata la misura di un anno; di un 59enne per cui la misura è di due anni; di un 45enne sottoposto alla sorveglianza per tre; di un 51enne al quale è stata applicata la misura di due anni; e di un 41enne per il quale sono stati previsti due anni.
Per altre tre persone è stato disposto anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza: si tratta di un 29enne al quale è stata applicata la misura di un anno; di un 34enne al quale è stata applicata la misura di un anno e sei mesi; e di un 50enne per il quale sono stati disposti due anni.
Altre otto Sorveglianze Speciali sono state applicate invece per atti persecutori. Misure che hanno interessato un 74enne (2 anni e 6 mesi); un 64enne (2 anni); una donna di 49 anni (2 anni); un 75enne (3 anni); un 45enne (3 anni); uno straniero di 58 anni (2 anni); un 60enne (3 anni); un 47enne (2 anni più l’applicazione del braccialetto elettronico).
Secondo gli investigatori i reati contestati sarebbero stati ripetuti nel tempo e avrebbero colpito familiari o ex conviventi; in alcuni casi le vittime sarebbero stati anche i figli in tenera età”.