Erano in alcuni container provenienti dalla Cina e destinati presumibilmente in Libia, la cui documentazione indicava merci diverse
Non solo droga, gas refrigerante illegale, merce contraffatta in arrivo da paesi in cui la manodopera costa pochissimo, ora gli scanner attivi al porto di Gioia Tauro hanno iniziato ad intercettare anche altri tipi di merce di contrabbando, e in questo periodo non potevano essere che fuochi pirotecnici privi delle necessarie autorizzazioni.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) con la collaborazione della Guardia di Finanza, ha bloccato diversi container provenienti dalla Cina e destinati presumibilmente in Libia la cui documentazione doganale di carico in transito nel porto calabrese indicava la presenza di varie tipologie di oggetti, ma una volta che i container sono stati sottoposti a scansione radiogena tramite gli impianti in dotazione all’Agenzia e dopo un più attento controllo, si è scoperto che tutta la merce dichiarata non era altro che una copertura di un vero e proprio arsenale di fuochi pirotecnici, una tonnellata di materiale esplodente decisamente pericoloso per l’incolumità pubblica.
Considerata la pericolosità della spedizione, le operazioni di brillamento hanno seguito una procedura molto delicata già a partire dalle attività di inventario della merce sequestrata; successivamente, l’Ufficio di Gioia Tauro ha interessato il Centro rifornimenti e manutenzioni (Ce.Ri.Mant.) di Napoli dell’Esercito Italiano, al cui interno opera un nucleo di artificieri altamente specializzato e dislocato in tutto il territorio nazionale per completare le operazioni di distruzione che sono state realizzate in un’area che non ha causato intralci alle attività portuali.