Stabilita la chiusura del Reparto di Medicina Generale dell’ospedale di Vibo Valentia per mancanza di personale. La denuncia del sindacato Nursing up che preannuncia di voler procedere per le vie legali
Il caos in cui è follemente avvolta la sanità vibonese in questo inizio 2025 necessita di interventi seri e concreti. E dinanzi alla ineffabilità dei comportamenti della triade a capo, per decreto ministeriale, dell’Asp di Vibo Valentia, visto quanto sta accadendo è molto probabile che la via da intraprendere debba essere netta, a tutela di un territorio e di chi qui ci vive senza l’incubo di non poter essere assistito dalla sanità pubblica per come – particolare non proprio trascurabile – è sancito dalla nostra Costituzione.
E quale sia la strada da percorrere la ipotizza Nursing Up, sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale e primo sindacato nell’ASP di Vibo Valentia: attivarsi in ogni sede, anche giudiziaria, per tutelare i diritti dei propri associati e, di concerto con tutte le altre sigle sindacali, “per difendere i diritti di tutti gli altri lavoratori e dei cittadini-utenti che stanno subendo i disagi causati da una gestione scellerata del personale sanitario e sociosanitario”.
La nota del sindacato esordisce con una precisa denuncia: “Come se non bastasse il mancato rinnovo dei contratti (amaro regalo di fine anno per decine di lavoratori precari tra Infermieri e OSS), l’ASP di Vibo Valentia in questi giorni si sta dedicando con grande zelo e con pessimi risultati alla pratica della mobilità selvaggia”.
La vicenda, com’è nota ormai a tutti e lo stesso sindacato ricorda, riguarda quei “lavoratori precari, da circa due anni oramai, in attesa della procedura di stabilizzazione in quanto in possesso dei requisiti di legge che consistono in 18 mesi di anzianità di servizio di cui 6 espletati nel periodo della pandemia Covid-19” e che invece l’attuale dirigenza ha solo in parte prorogato per appena due mesi (in parte, perché molti altri sono stati mandati direttamente a casa). Una decisione che, come fa notare il sindacato Nursing Up, consente a questa ASP di distinguersi in peggio anche dalle altre aziende sanitarie della regione Calabria: “Infatti è rimasta l’unica – viene evidenziato – a non aver completato le procedure di stabilizzazione di tutti i precari covid. La motivazione della mancata stabilizzazione è un fantomatico e surreale esubero di personale Infermieristico ed OSS di addirittura 80 unità!”

Come si arriva a questo conteggio? “L’esubero è stato decretato – chiarisce sempre Nursing Up – dal Dipartimento Salute della Regione Calabria in seguito ai dati (errati) trasmessi dall’ASP di Vibo Valentia. Ovviamente si tratta di un madornale errore, in quanto anche un passante che si trovasse ad attraversare i corridoi degli Ospedali della nostra provincia si accorgerebbe dell’assurdità di tale affermazione, in quanto i reparti risultano costantemente in grande sofferenza per la cronica carenza di Infermieri e OSS”.
La conseguenza di questo corto circuito amministrativo e contabile?
È sempre il sindacato a darla: “Chi si occupa di gestire il personale dell’ASP, dovendo sopperire ai gravi disagi causati dal mancato rinnovo dei precari, disagi che certificano in pratica l’assenza di esuberi, ha pensato bene – viene spiegato – di lanciarsi in un valzer di trasferimenti da un reparto all’altro, degli incolpevoli lavoratori superstiti. Infermieri e OSS si sono visti trattare come pedine su una scacchiera e non come persone e professionisti. Tale attività definita “mobilità interna”, normata da leggi dello stato, da contratti nazionali e da regolamenti che ovviamente sono stati calpestati e violati più volte, può essere attivata solo dopo un’attenta valutazione e previa valida motivazione. Addirittura si è proceduto a trasferire a più di 30 Km di distanza dalla propria sede di lavoro, dipendenti che godono dei benefici di legge riservati ai familiari di soggetti affetti da disabilità gravi (Legge 104/92) allontanandoli dal domicilio delle persone che devono assistere per legge. Una madre di tre figli minori e separata dal proprio coniuge il quale risiede lontano dai minori, si è vista allontanare dal luogo di residenza dei propri figli. Un Infermiere è stato interessato addirittura da cinque procedure di trasferimento in un anno; fattispecie che potrebbe configurare il reato di mobbing”.
Insomma, un evidente caos che prefigura situazione che, a questo punto, il sindacato ha ritenuto opportuno porre all’attenzione dello studio legale per i provvedimenti del caso.
“È superfluo sottolineare – si fa ancora notare – che tali trasferimenti non hanno fatto altro che causare disagi e ulteriori carenze di organico nelle unità operative da cui i lavoratori sono stati allontanati, scatenando la reazione e l’ira di Primari e Coordinatori che si sono trovati dall’oggi al domani con i turni scoperti e per giunta senza una motivazione valida e senza essere stati consultati preventivamente”.
Fino ad arrivare alla notizia che, appena saputa, un cronista stenta a definire – assurda? provocatoria? incredibilmente? Impensabile? Di certo, drammatica da un punto di vista sociale, oltre che di ordine pubblico! – vale a dire che: “è stata segnalata la chiusura ai ricoveri in un reparto di Medicina Generale dell’ASP, proprio per l’assenza di personale di supporto assistenziale”.
Una situazione così abnorme che si stenta a crederci: possibile che si stia arrivando a tanto? Possibile che venga consentito che accada questo?
Siamo nel 2025. Siamo in un paese civile ed evoluto, quale è l’Italia. Siamo in Calabria. Siamo a Vibo Valentia!
C’è anche in questo territorio il diritto alla salute sancito dalla Costituzione? E chi p chiamato a vigilare e farne rispettare la sua applicazione? Chi? Come?