L’iniziativa è stata annunciata nel corso di un evento inserito nell’ambito dei percorsi giubilari 2025 “Il cantiere della cultura” voluti dal vescovo mons. Attilio Nostro
Il duomo di San Leoluca, con le sue tante opere d’arte che custodisce all’interno e che sono poche conosciuto e l’annesso complesso monumentale del Valentianum al cui interno si trova il Museo di arte sacra assumono il ruolo di “Complesso Museale” per aprire una nuova stagione di valorizzazione, studio e ricerca.
L’idea – che è comunque già un fatto che va concretizzandosi – è stata lanciata nel corso dell’evento – inserito nell’ambito dei percorsi giubilari 2025 “Il cantiere della cultura” – che si è svolto nel Duomo, presso l’altare laterale sinistro sovrastato dal monumentale trittico di Antonello Gaggini, presenti, con il parroco di Santa Maria Maggiore e San Leoluca don Pasquale Rosano, il sindaco Vincenzo Romeo e l’archeologa della Soprintendenza di Reggio Calabria e Vibo Valentia Daniela Vinci. L’incontro, moderato da Michele Petullà, si è avvalso delle relazioni del docente presso l’Accademia delle Belle arti di Lecce Mario Panarello, soffermatosi sul complesso museale di nuova istituzione e sui numerosi capolavori presenti ed esposti al suo interno, e del professore dell’Università della Calabria Rosario Francesco Chimirri. A trarre le conclusioni, il vescovo della diocesi, monsignor Attilio Nostro, artefice della nascita di questo “complesso museale” e della riapertura del museo di arte sacra.

Al termine dell’incontro, ci si è spostati nell’attiguo ex convento di San Domenico, oggi denominato Valentianum, per una visita guidata al Museo del Duomo, ritornato a nuova vita, ed ammirare le opere di grande pregio esposte provenienti dall’intero territorio vibonese, databili tra il XV e XIX secolo.

Un museo istituito nel 1988 per volontà dell’arciprete Onofrio Brindisi e che circa venticinque anni fa fu elevato a “Museo di interesse comunale” dalla Giunta allora guidata dall’indimenticato sindaco Alfredo d’Agostino; successivamente su input dell’allora parroco mons. Giuseppe Fiorillo ed il sostegno della Camera di Commercio presieduta da Michele Lico, fu l’allora Direttore del Museo, Franco Luzza (nel periodo marzo 2009 – 31 agosto 2013) a curare, con la consulenza dell’arch. Enzo Carone, il recupero di una serie di dipinti di alto valore storico-artistico e furono avviati i primi lavori che portarono poi alla ristrutturazione e riallestimento del 2017 con la riapertura ad opera del vescovo della diocesi dell’epoca , monsignor Luigi Renzo, e del parroco don Antonio Purita, fino a divenire oggi parte integrante del nuovo complesso museale sotto la spinta del parroco don Pasquale Rosano.