Breve cerimonia commemorativa a Vibo Marina mercoledì 29 gennaio alle ore 11.00 in occasione del 50° anniversario del naufragio
Si svolgerà mercoledì 29 gennaio 2025 Vibo Marina una breve cerimonia in ricordo del naufragio del motopeschereccio “Papà Rocco”, avvenuta cinquant’anni fa nelle acque antistanti il porto, per la collisione con una petroliera.
L’appuntamento è per le ore 11.00 presso l’area verde pubblica tra corso M. Bianchi – via C. Colombo (di fronte piazza Satriani) dove nel passato è stata collocata una Stele con una targa a ricordo di tutto l’equipaggio scomparso e formato dai quattro pescatori: Giovanni Cozzolino capobarca di anni 37, Antonio Scognamiglio motorista, Luigi Formisano marinaio, Gerardo Cozzolino marinaio di appena 16 anni.
Tutti umili bravi pescatori,- ricorda la Pro Loco di Vibo Marina – legati alla vita del mare, che con tanta fatica si guadagnavano il pane per la propria famiglia; erano tutti di Ercolano ma da tempo avevano come base per la pesca il porto di Vibo Marina dove erano molto conosciuti.
La sciagura del “Papà Rocco” fu vissuta all’epoca dalla Comunità di Vibo Marina con tanta apprensione ed emozione, affetto e solidarietà verso le famiglie; una vicenda che fa parte della storia e del vissuto della cittadina.

Organizzata dalla Pro Loco di Vibo Marina, la cerimonia di mercoledì 29 gennaio prevede: la deposizione di fiori alla Stele da parte dei ragazzi della Scuola, la benedizione di mons. Enzo Varone, un breve racconto sul motopesca Papà Rocco, alcune riflessioni sulla vita dei pescatori della marineria di Vibo da parte di Nicola De Leonardo presidente dell’Associazione pescatori Arcobaleno.
“La finalità dell’evento – viene spiegato dai componenti la Pro Loco di Vibo Marina – è quella di onorare le persone scomparse e le loro famiglie, contribuire a preservare l’identità marittimo-portuale della Comunità, stimolare la memoria collettiva utile per il presente ed il futuro; un’occasione anche per soffermarsi sulla difficile vita dei pescatori vibonesi e calabresi, che andrebbe meglio conosciuta anche nelle Scuole, apprezzata nella città per i vari aspetti sociali e culturali, valorizzata e tutelata al meglio dalle Istituzioni, anche perché è un’ antica arte che sta scomparendo.
Sono circa cinquanta le barche da pesca della marineria di Vibo Marina, 10 motopescherecci d’ altura, le altre sono semplici imbarcazioni per la piccola pesca artigianale costiera, un comparto dell’economia del mare molto utili per una buona dieta e ristorazione. Si possono ammirare schierate agli ormeggi della banchina Cortese soprattutto nei giorni di mare mosso o di fermo pesca, quando i pescatori rammendano le reti; altri piccoli gozzi trovano riparo negli attracchi lungo la costa vibonese. Barche in legno semplici e modeste, che parlano di fatica, portano Il nome di Santi o di familiari come per affidarsi a qualcuno che li protegga e dia forza quando sono soli in mare, soprattutto tra le intemperie della notte.
Le barche appartengono a storiche famiglie di pescatori esistenti da prima della costruzione di Porto Santa Venere, altri sono arrivati negli anni ‘trenta ’30 e dopo la guerra da località marittime calabresi (Palmi, Bagnara) e da altre regioni: Sicilia (soprattutto per la pesca del tonno), Puglia, Lazio, Campania portando la loro esperienza di lavoro e di navigazione; uno scambio tra vari saperi che ha contribuito a migliorare le tecniche di pesca, a valorizzare il pesce nell’alimentazione locale.
Con loro sono giunte le famiglie che si sono integrate a Vibo Marina, nelle scuole e nella società, partecipando attivamente alla vita culturale ed economica della cittadina; alla formazione di nuove famiglie, alle vicende del luogo, alle cerimonie ed alle feste tra cui, ogni anno, la processione nelle acque del porto della Patrona accolta da sempre dai pescatori su un motopeschereccio della marineria di Vibo.
Un lavoro assai faticoso quello della gente di mare, ancor più dei pescatori che in gran parte stanno per scomparire per la scarsa redditività dell’attività, unitamente ai diversi vincoli normativi ed al costo del carburante; che hanno condizionato in questi ultimi anni anche la piccola marineria di Vibo Marina e la pesca costiera artigianale, così come in altre parti della Calabria. In questo settore da tempo viene meno il ricambio generazionale, mentre sono da ammirare quei pochi giovani, oggi più istruiti e diplomati all’Istituto Nautico, che aiutano ancora i familiari nelle pesca; giovani che andrebbero valorizzati e supportati dalle Istituzioni e per accedere ai Fondi Europei a sostegno dei giovani pescatori nell’avviamento di un’impresa di pesca, soprattutto nell’ambito della pesca costiera artigianale e sostenibile; forze giovani, amanti del mare e della difficile arte della pesca, che potrebbero dare speranza nel futuro della nostra marineria.