Tra gli arrestati il sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, il suo vice Ernesto Maria Menniti, e il presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo
Ci sono anche il sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, attualmente agli arresti domiciliari, il suo vice Ernesto Maria Menniti, e il presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo, tra gli arrestati dai Carabinieri di Catanzaro e del Ros, in varie località della costa jonica calabrese e nel Lazio, in Piemonte e in Lombardia, con le accuse di associazione di tipo ‘ndranghetistico, procurata inosservanza di pena, traffico di armi e plurimi reati contro la persona e il patrimonio aggravati dalle finalità mafiose, nonché scambio elettorale politico mafioso e violazioni in materia di stupefacenti.
In tutto 44 gli indagati, di loro 15 sono finiti in carcere e 29 agli arresti domiciliari
L’operazione non ha portato solo all’arresto di politici, ma ha anche fatto luce su una serie di attività illecite condotte dalle cosche operative sulla costa ionica.
L’indagine ricostruisce infatti, l’operatività della locale di ‘ndrangheta di Guardavalle, attiva nel soveratese e con ramificazioni al Centro-Nord Italia, dedita a estorsioni, danneggiamenti, traffico di armi, violazioni in materia di stupefacenti, nonché al condizionamento della pubblica amministrazione, e ha permesso di arrivare, negli anni, anche all’arresto di 3 latitanti, tra cui Cosimo Damiano Gallace, il 64enne, al vertice della locale e arrestato il 7 ottobre del 2021 in un bunker realizzato all’interno di un impianto di calcestruzzo di Isca sullo Ionio.
Gallace era riuscito a sfuggire alla cattura anche grazie all’aiuto di una famiglia di imprenditori edili di Badolato che gli garantivano vitto e alloggio in bunker, realizzati ad hoc e dotati di videosorveglianza e allarme, e il trasporto nel caso lui o i suoi più stretti familiari dovessero spostarsi.
Gli investigatori hanno anche ricostruito le attività del sodalizio che controllava il territorio e l’economia locale attraverso estorsioni e furti, inoltre era attivo nella coltivazione della cannabis e nello spaccio della droga, e gestiva il traffico di armi, anche da guerra, provenienti da Serbia, Montenegro e altri Paesi.
Infine sarebbe stato ricostruito lo scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali di Badolato tenutesi nell’ottobre 2021 e l’ingerenza della cosca e della famiglia di imprenditori nelle decisioni dell’amministrazione.
Questa indagine non è importante solo per la sua dimensione locale, ma soprattutto per le sue diramazioni a livello nazionale e internazionale visto che si parla di approvvigionamento di armi da Serbia, Montenegro e altri paesi o dell’interesse della cosca alla realizzazione di un metanodotto nel foggiano.
Infine i militari del Comando Provinciale di Catanzaro e del ROS hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle quote e dei beni mobili immobili, tra cui 2 cave, di 2 società (calcestruzzi e trasporto inerti), riconducibili sempre alla stessa famiglia che faceva da facciata pulita alla cosca.