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10 febbraio, Giorno del Ricordo. Non ci si può dividere sulle tragedie del ‘900

Giorno del Ricordo

&NewLine;<p><strong><em>Dovrebbe essere un appuntamento nel segno del dialogo e della riflessione sulle tragedie passate&period; La verità è che la disumanità nata da un perverso disegno politico è aberrante&comma; al di là di appartenenze politiche<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>di Alberto Capria<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il Giorno del Ricordo è stato istituito dal Parlamento italiano nel 2004 &&num;8211&semi; Legge 92 del 30 marzo &&num;8211&semi; per non dimenticare il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano&sol;dalmata&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Fu una tragedia che si consumò prevalentemente alla fine della Seconda guerra mondiale soprattutto nel &OpenCurlyDoubleQuote;triestino”&comma; mentre nel resto dell’Italia si festeggiava la fine della guerra&period;<br>È bene chiarire da subito che non erano tutti fascisti coloro che finirono nelle foibe carsiche&semi; tra di loro c’erano anche antifascisti del CLN che avevano combattuto fino a pochi giorni prima contro fascisti e nazisti e comunisti italiani contrari alle mire imperialiste jugoslave&period; In alcune realtà&comma; come Pola&comma; la reazione jugoslava si abbatté anche sulla classe operaia italiana dei cantieri navali&period; L’obiettivo del maresciallo Tito&comma; infatti&comma; era non tanto o non solo colpire il fascismo morente&comma; quanto abbattere l’italianità di Trieste e della Venezia Giulia per slavizzare il territorio con più facilità&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>I cinque anni che vanno dal 1943 e il 1947&comma; hanno visto rastrellamenti&comma; fucilazioni&comma; infoibamenti&semi; e poi l’esodo delle popolazioni istriano-fiumano-dalmate dopo che le &OpenCurlyDoubleQuote;loro” terre divennero definitivamente parte dello stato jugoslavo comunista&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Furono 300&period;000 circa i profughi giuliani che in Italia furono accolti con diffidenza e pregiudizio&colon; qualcuno addirittura si interrogò se considerarli italiani&semi; in realtà si trattava di una comunità che pagava sulla propria pelle una guerra insensata&comma; come tutte le guerre&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2025&sol;02&sol;Esule-giuliana&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-26860"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La caduta del muro di Berlino e la fine della cosiddetta &&num;8220&semi;Prima repubblica&&num;8221&semi;&comma; ha indubbiamente facilitato il dialogo e la ricerca storica&comma; facendo uscire dal &OpenCurlyDoubleQuote;cono d’ombra” in cui sembravano relegati per sempre&comma; i temi legati alle foibe e all’esodo&period; Ma il quadro degli avvenimenti storici è reso ancora torbido da insensate contrapposizioni ideologiche che annebbiano il passato&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il giorno del ricordo dovrebbe essere un appuntamento nel segno del dialogo e della riflessione sulle tragedie passate&comma; necessaria per capire le storture del &&num;8216&semi;900&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Le polemiche annualmente presenti&comma; servono a riproporre antiche e nuove divisioni politiche&comma; a servirsi strumentalmente del passato&colon; la sinistra dei lager&comma; la destra delle foibe&comma; senza riflessione&comma; studio&comma; approfondimento&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nella migliore delle ipotesi la negazione o la minimizzazione vengono sostituite dalla comparazione&comma; il che è peggio&colon; <em>certo Auschwitz&comma; ma le foibe&quest; Ha fatto peggio Stalin o Hitler&quest; Lager e foibe sono la stessa cosa<&sol;em>&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La verità è che la disumanità nata da un perverso disegno politico è aberrante&comma; al di là di appartenenze politiche&semi; e le ignominie imputabili a ideologie contrapposte devono solo portarci alla loro comune condanna&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Adeguare la politica alle lezioni della storia &&num;8211&semi; magistra vitae &&num;8211&semi; e non la storia agli intessi della politica&comma; dovrebbe essere la grammatica essenziale di una seria classe dirigente&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Riflettere sul passato&comma; datato o recente fuori dalle ricorrenze ufficiali&comma; potrebbe essere uno dei compiti della scuola&comma; smontando stantii programmi ministeriali di Storia&comma; anacronistiche riproposizioni di prassi didattiche obsolete e divieti vari&period; Soprattutto nei tempi che ci è dato vivere&comma; caratterizzati dalle trasformazioni esistenziali prodotte dalle nuove tecnologie che ci impongono un hic et nunc disastroso&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p><em>&OpenCurlyDoubleQuote;Sono maturi i tempi per tentare di ricostruire una panoramica complessiva delle logiche della violenza che hanno avvelenato l&&num;8217&semi;intero Novecento” <&sol;em>scrive Raoul Pupo<em> <&sol;em>nel suo<em> &OpenCurlyDoubleQuote;Il lungo esodo”&period;<&sol;em><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ai politici l’obbligo di non intorbidare le acque con stucchevoli&comma; pretestuose polemiche&semi; agli storici che amano la Storia non inquinata dalle ideologie il compito di studiare e capire&comma; alla scuola il compito prioritario di far riflettere le nuove generazioni per avviare percorsi condivisi di integrazione culturale e relazionale&comma; in una prospettiva di autentica e fattiva cittadinanza europea&excl;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p><&sol;p>&NewLine;

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