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Cinque arresti per tentato omicidio e un arsenale sequestrato a Montebello Jonico (VIDEO)

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&NewLine;<p><strong><em>Il tutto parte dal ricovero di un 35enne ferito gravemenre al collo da un colpo di arma da fuoco nell&&num;8217&semi;ottobre del 2024<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class&equals;"wp-block-embed&lowbar;&lowbar;wrapper">&NewLine;<amp-youtube layout&equals;"responsive" width&equals;"500" height&equals;"281" data-videoid&equals;"iKm4ianqsYM" title&equals;"Arreste cinque persone a Montebello Jonico&comma; accusate di tentato omicidio"><a placeholder href&equals;"https&colon;&sol;&sol;youtu&period;be&sol;iKm4ianqsYM"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;i&period;ytimg&period;com&sol;vi&sol;iKm4ianqsYM&sol;hqdefault&period;jpg" layout&equals;"fill" object-fit&equals;"cover" alt&equals;"Arreste cinque persone a Montebello Jonico&comma; accusate di tentato omicidio"><&sol;a><&sol;amp-youtube>&NewLine;<&sol;div><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Cinque persone sono state arrestate a Montebello Jonico dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo&comma; con lo Squadrone Eliportato Cacciatori &OpenCurlyDoubleQuote;Calabria”&comma; il Nucleo Cinofili di Vibo Valentia e la Compagnia Carabinieri di Desio&comma; perché accusate di tentato omicidio&comma; detenzione e porto di armi da guerra&comma; detenzione e traffico di stupefacenti e ricettazione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Tutto parte il 9 ottobre 2024&comma; quando un uomo di 35 anni&comma; residente a Montebello Jonico&comma; arriva all’ospedale di Melito Porto Salvo con una ferita d’arma da fuoco al collo&semi; vista la gravità della ferita viene trasferito al reparto di Rianimazione del G&period;O&period;M&period; di Reggio Calabria per essere ricoverato&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Avvisati i Carabinieri partono le indagini&comma; fatte soprattutto intercettazioni telefoniche e ambientali&comma; che hanno permesso di scoprire quanto vi era dietro al tentato omicidio&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Scattano quindi le perquisizioni mirate nelle abitazioni e nei terreni delle persone che si supponeva fossero coinvolte&comma; con particolare attenzione a un &OpenCurlyDoubleQuote;giardino” di proprietà della madre del presunto autore del tentato omicidio&comma; qui sono stati trovati indizi che hanno permesso di scoprire un vero e proprio arsenale da guerra&comma; nascosto con meticolosa attenzione&period; Tra le armi sequestrate figurano pistole e fucili&comma; tra cui una pistola tipo Rivoltella di colore nero contenente&comma; nel tamburo a 6 colpi&comma; 5 colpi cal&period; 7&period;65&comma; verosimilmente utilizzata per commettere il delitto&comma; ma anche un fucile automatico AK-47 Kalashnikov con matricola abrasa&period; Oltre a ciò&comma; ingenti quantità di munizioni&comma; esplosivi e droga&colon; circa mezzo chilo di cocaina&comma; dal valore di mercato di 150&period;000 euro&comma; 200 grammi di tritolo occultati in un barattolo di vetro e una micidiale bomba carta del peso di circa 1&comma;2 kg&comma; dotata di miccia&period; Il tutto era disseminato tra le pertinenze delle abitazioni e i terreni limitrofi&comma; pronto per essere utilizzato&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In base a quanto ricostruito&comma; il presunto movente del tentato omicidio sarebbe però da ricondurre a un debito contratto dalla vittima per l’acquisto di droga&period; I rapporti tra la vittima e gli indagati erano frequenti e avvenivano spesso tramite messaggi in codice&comma; con espressioni come &OpenCurlyDoubleQuote;un bacino” o &OpenCurlyDoubleQuote;due bacini” per riferirsi alle dosi di stupefacente richieste&comma; in più la vittima si recava spesso presso l’abitazione del presunto autore del tentato omicidio per acquistare droga e&comma; in almeno un’occasione &comma;avrebbe consegnato denaro contante direttamente a uno degli arrestati&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Le indagini&comma; malgrado abbiano portato in beve tempo all’individuazione dei responsabili&comma; hanno riscontrato oggettive difficoltà dovute alla fortissima solidarietà reciproca degli indagati che agivano come un vero e proprio corpo unico&comma; fatto di omertà e complicità a volte anche imposte&comma; come nel caso di ordini espliciti impartiti da uno degli arrestati alla figlia e al cognato affinché non rivelassero nulla agli inquirenti&period;<&sol;p>&NewLine;

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