Erano accusati di violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato, il tutto a danno di alcune tombe all’interno del cimitero di Tropea per poterle rivenderle ad ignari cittadini.
Aveva fatto scalpore, nel febbraio del 2021, l’operazione effettuata dalla Guardia di Finanza che aveva portato all’arresto di tre persone per violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato, il tutto a danno di alcune tombe all’interno del cimitero di Tropea per poterle rivenderle ad ignari cittadini.
Dopo quattro anni si è concluso il processo inerente quegli episodi: il tribunale di Vibo Valentia, accogliendo la ricostruzione dell’accusa, ha condannato Francesco Trecate, ex custode del cimitero comunale e impiegato del comune, a 5 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici, e a 3 anni e sei mesi, con interdizione di 5 anni, il figlio Salvatore Trecate, il terzo uomo arrestato all’epoca, Roberto Contartese, aveva optato per il rito abbreviato a seguito del quale era stato condannato a 3 anni e 6 mesi, mentre è stata rigettata la richiesta di provvisionale avanzata dal Comune.
I tre, “senza alcuna autorizzazione ed in totale spregio di qualsiasi disposizione contenuta nel regolamento di polizia mortuaria comunale, – si legge nell’allora comunicato stampa della Guardia di Finanza – avevano eseguito numerose estumulazioni illegali, assicurando ai congiunti di persone defunte l’utilizzo di loculi per la sepoltura, resi improvvisamente disponibili, eliminando, senza averne titolo, i poveri resti mortali rimasti di altre persone già sepolte da anni, approfittando della situazione di grave carenza di posti liberi che da molto tempo esiste presso il Cimitero di Tropea.
Le immagini video realizzate dagli investigatori, catturate grazie all’installazione di un impianto di videosorveglianza, autorizzato dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, hanno consentito di documentare che i tre soggetti, in un’area interna e riparata del cimitero, senza il minimo scrupolo, hanno proceduto, in molte occasioni, ad estrarre i cadaveri di persone decedute da molti anni, a volte non ancora decomposti, distruggendoli e smaltendo illecitamente i resti mediante incenerimento sul posto o gettandoli nei contenitori riservati alla raccolta dei rifiuti urbani.
Durante le operazioni di polizia giudiziaria è stato altresì accertato che TRECATE Francesco, dipendente comunale e pertanto nella sua veste di incaricato di pubblico servizio, utilizzava indebitamente un automezzo di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Tropea per fini privati, ovvero per il trasporto di lapidi presso un laboratorio esterno e di materiale edile impiegato per la ristrutturazione delle cappelle”.