Fanno buona compagnia alla Calabria, Campania e Sicilia. Per trovare performance peggiori bisogna andare nelle regioni sperdute d’Oltremare di Francia e Spagna!
Confina a sud e a est con il Brasile, a ovest con il Suriname e si affaccia a nord sull’Oceano Atlantico, la Guyana francese è la regione d’oltremare situata sulla costa nord-orientale del Sudamerica, mentre La Reunion è un’isola tropicale dell’oceano Indiano a sud dell’equatore, sempre territorio francese, conosciuta per il suo entroterra vulcanico ricoperto dalla foresta pluviale, per le spiagge e per le barriere coralline.
Invece è territorio spagnolo Melilla porto franco la cui attività principale è la pesca nell’Africa nord-occidentale, così come spagnola è Ceuta città autonoma situata nel Nordafrica, circondata dal Marocco.
Perché si fa riferimento a queste regioni europee d’Oltremare?
Non per motivi di promozione turistica, ma perché queste quattro regioni hanno in comune qualcosa di importante, gravemente importante con la Calabria (ed anche con Sicilia e Campania): sono le peggiori in assoluto per tasso di occupazione e prendono gli ultimi quattro gradini della classifica con l’aggiunta della Puglia, che segna un tasso del 51,2% anche se in aumento di 1,5 punti.
A sancirlo è Eurostat.
Mentre si racconta che l’occupazione in Italia è aumentata, si scopre che il Sud arranca ancora con tre regioni che restano tra le peggiori quattro in Ue: secondo le ultime tabelle Eurostat riferite al 2024: dopo la Guyana, regione d’Oltremare francese, le aree con il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni più basso sono la Calabria con il 44,8%, per quanto in aumento di 0,2 punti rispetto al 2023, la Campania con il 45,4%, in aumento di un punto percentuale e la Sicilia con un tasso di occupazione del 46,8% con la crescita di 1,9 punti percentuali. In Ue in media il tasso di occupazione è al 70,8% mentre in Italia nel complesso è al 62,2%.
Dunque, secondo le recenti tabelle pubblicate da Eurostat relative al 2024, la Calabria si conferma purtroppo tra le regioni italiane con il minor tasso di occupazione per le persone nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, in Calabria, attestato al 44,8%.
I dati Eurostat mettono in luce un marcato divario rispetto alle medie più ampie. Nell’Unione Europea, il tasso di occupazione medio è significativamente più elevato, raggiungendo il 70,8%. Anche la media nazionale italiana, pari al 62,2%, si posiziona ben al di sopra delle percentuali registrate in Calabria, Campania e Sicilia.
La Campania, poi, segnala che solo il 32,3%, di una donna tra i 15 e i 64 anni è al lavoro, conquistando il triste primato di regione europea con il tasso di occupazione femminile più basso, seguita dalla Calabria con il 33,1% e la Sicilia con il 34,9%.
Nel complesso, in Italia per le donne il tasso di occupazione è al 53,3% a fronte del 66,2% medio in Ue, ma, mentre nelle regioni del Nord il tasso si avvicina alla media Ue e nel caso della provincia autonoma di Bolzano con il 68,6% lo supera, nel Meridione l’obiettivo è lontano.
I dati Eurostat evidenziano, inoltre che alti livelli di istruzione riducono il gender gap sul lavoro: in Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2024, il tasso di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni è al 57,4% a fronte del 70,8% medio in Ue con 13,4 punti di differenza ma se si guarda alle donne che hanno ottenuto una laurea il divario si riduce a cinque punti con il 79,3% in Italia e l’84,3% in Ue. Il divario con l’Ue è invece molto ampio se si guarda alle donne che hanno nel cassetto solo il diploma di terza media con il 36,6% delle donne con questo titolo occupate in Italia a fronte del 47,3% in Ue ma anche per quelle che hanno il diploma di scuola superiore con il 58,6% in Italia e il 68,9% in Ue.
Inoltre, se nel complesso in Italia per uomini e donne la distanza con l’Ue si è ridotta a 8,6 punti (70,8 il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni in Ue, 62,2 in Italia) dagli 8,9 del 2023 per gli uomini il divario è di appena 4,3 punti a fronte dei 12,9 che hanno le donne. Ma anche per gli uomini le differenze territoriali sono evidenti con alcune regioni della Germania sopra l’84% degli uomini in età da lavoro occupato mentre la Calabria con il 56,6% fa meglio solo di alcune regioni d’Oltremare come, appunto, Reunion e Guyana francese, Melilla e Ceuta spagnole.