Se una foto può conquistare inaspettatamente milioni di like e spezza la tensione dell’attesa di un nuovo Papa… Metafora di una riconquistata libertà a dispetto degli algoritmi
di Maurizio Bonanno
Se tutto il mondo, com’è ovvio, è concentrato, credenti e non credenti, su quello che sarà il prossimo Papa, accade che questo “primo conclave dell’era social” sia vissuto con una partecipazione nuova ed insolita, ma soprattutto effimera e fugace, transitoria e precaria, tale da mettere in secondo piano l’aspetto reale di ciò che porta quasi cinquantamila persone in piazza San Pietro ad attendere il fumo, nero o bianco, che può uscire dal comignolo della Cappella Sistina.
È tutto così effimero, transitorio e veloce, come impone il mondo social che si ciba di like e visualizzazioni, al punto che la “questione papa” all’improvviso è passata in secondo piano allorquando i social hanno scoperto un nuovo tema di riferimento per le proprie visualizzazioni.
Ed allora accade, com’è accaduto, che a conquistare l’interesse dei social sia stato un gabbiano appollaiato sul comignolo della Cappella Sistina, che di colpo ha avuto un milione di visualizzazioni e tre milioni di like!
Molti hanno ammirato stupefatti, ma a Roma non è un fatto inconsueto; si tratta di animali che nella Capitale sono di “casa”. Ma quando quel gabbiano è stato inquadrato da tutte le televisioni fino a quando il cielo di Roma non si è fatto scuro, è scattato un meccanismo imprevisto che ha fatto schizzare l’algoritmo verso strade non preventivate.
Quel gabbiano è rimasto a “guardia” del comignolo per ore, con brevi pause, tanto che qualcuno l’ha rinominato “guardia svizzera” del Conclave. E così, il vero protagonista, nelle lunghe ore di attesa, è stato proprio lui, il gabbiamo.
L’interesse si è spostato, il prossimo Papa è passato ad un livello diverso e non più principale.

Le testate giornalistiche, che ormai operano inseguendo i social, hanno concentrato i propri interessi verso il nuovo vero protagonista raccogliendo testimonianze ed opinioni in proposito. Si viene, quindi, a sapere che alcuni testimoni presenti fin dal mattino in piazza San Pietro hanno raccontato che il gabbiano era arrivato poco prima della messa celebrata dai cardinali che tradizionalmente dà il via alla prima giornata di Conclave. I fedelissimi di questa tradizione non hanno mancato di ricordare che in ogni elezione papale c’è stato un gabbiano che ha fatto da “guardia” al comignolo della Cappella Sistina. Addirittura c’è chi ricorda che il 13 marzo 2013, poco prima che venisse liberato il fumo bianco per annunciare Papa Francesco, un altro gabbiano si era posato nello stesso identico posto, tanto che qualcuno in quell’occasione lo aveva considerato un presagio, ma erano altri tempi, era un’ltra epoca: i social non erano così dominanti e la cosa si limitò tra i curiosi.
https://9527135104ddd4830bddbeb3a3a72687.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-44/html/container.html javascript:false javascript:false Stavolta no: anche se al momento la sua presenza non è stata fautrice di una fumata bianca, quell’inquadratura, quelle foto hanno stravolto gli algoritmi dei social.
E adesso ci si aspetta di vedere se torna ancora, se è portatore di presagi, di messaggi, di simbolismi
Di colpo, è tornato alla mente Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, racconto straordinario che incoraggia a spiccare il volo ed a librarsi nel cielo verso nuovi orizzonti. Un bestseller intramontabile da quando uscì negli anni ’70 del secolo scorso. Una fiaba iniziatica incentrata sulla figura del gabbiano Jonathan e sulla sua passione per il volo come metafora della vita e della libertà.
Racconta la storia di questo gabbiamo che abbandona la massa dei comuni suoi simili, per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo. E impara a eseguire il volo come atto di perizia e di intelligenza, fonte di perfezione e di gioia.
Per i molti giovani di allora, la lettura di questo racconto aveva a quel tempo aperto nuovi orizzonti di pensiero, simbolo e guida ideale di chi ha la forza di obbedire alla propria legge interiore quando sa di essere nel giusto, nonostante i pregiudizi degli altri; di chi prova un piacere particolare nel fare bene le cose a cui si dedica lasciandosi trascinare, come il gabbiano Jonathan in una entusiasmante avventura di purezza e di libertà.
Ed allora, mentre il mondo si dibatte ammaliato, rapito, sempre meno libero, perché avviluppato ai social che subdolamente indirizzano e condizionano, l’immagine del gabbiano che, appollaiato sul comignolo della Cappella Sistina, ha distolto l’attenzione mondiale sull’effetto mediatico che aveva attirato fino a quel momento ogni attenzione, ha suggerito un percorso diverso.
Possiamo essere come il gabbiano Jonhatan e come Jonathan, decidere di non uniformarci alle persone comuni, di distaccarci dalla massa, seguendo la nostra legge interiore… il nostro istinto… la nostra coscienza; decidendo di dedicarci all’arte ed alla perfezione del volo e dare concretezza al desiderio di migliorarsi.

E come il gabbiano Jonathan – che scopre la bellezza di volare… che va oltre il procurarsi il cibo – anche noi possiamo scoprire man mano che andiamo avanti nel nostro vivere quotidiano, la bellezza di questo “magico” e “ab-soluto” (nel senso di sciolto da…) volo, che ha in sé la propria ragione di essere, di là di ogni utilitarismo; e, siccome voliamo in uno spazio infinito, infinite possono essere le potenziali possibilità di apprendimento e di crescita interiore.
I due gabbiani che gli comparvero accanto, uno di qua e uno di là, erano candidi come la luna, ma più amabile era l’abilità con cui volavano…rallentarono con lui, gli restarono alla pari senza sforzo…poi…il gabbiano Jonathan gli disse: e voi chi siete? “Veniamo dal tuo stesso stormo, siamo fratelli tuoi… siamo venuti per condurti più in alto” … Jonathan, allora, disse… più in alto di così non riuscirei ad andare” …Sì, invece puoi riuscirci… Lui capì… poteva volare ancora più in alto. Osservò con un ultimo sguardo il suo cielo, la terra sotto di lui, dove aveva imparato tante cose… dove là ci si affanna per procurarsi il cibo… Sono pronto disse e il gabbiano Jonathan fece prua verso l’alto, scortato dagli altri due splendidi gabbiani… e scomparvero insieme nella notte”.