Il tutto sarebbe nato da una violenta lite tra gruppi contrapposti, seguita dall’incendio doloso dell’auto di un addetto alla sicurezza di un noto locale della zona
I due episodi di microcriminalità avvenuti poco prima della sparatoria e del pestaggio che hanno creato il panico sul lungomare di Corigliano – Rossano sembrano essere collegati a quanto successo, infatti le indagini scattate nell’immediatezza del fatto, hanno portato al fermo di due persone, legate tra loro da vincoli di parentela, con l’accusa di tentato omicidio aggravato.
L’operazione congiunta, condotta in sinergia tra i Carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano-Rossano, il Commissariato della Polizia di Stato e la Squadra Mobile della Questura di Cosenza, ha permesso di ricostruire la presunta sequenza degli eventi: secondo le ricostruzioni, tutto sarebbe nato da una violenta lite tra gruppi contrapposti, quindi l’incendio doloso dell’auto di un addetto alla sicurezza di un noto locale della zona, infine la sparatoria con colpi sparati ad altezza d’uomo che si sono conficcati nella carrozzeria dell’auto del giovane al centro del successivo pestaggio.
Le testimonianze dei presenti alla sparatoria lungo viale Mediterraneo, zona molto frequentata durante il periodo estivo da famiglie e giovani, i sopralluoghi, le analisi dei filmati di videosorveglianza hanno tutte permesso di costruire un quadro indiziario che ha portato gli investigatori ad arrestare i due indiziati che ora sono ristretti nei rispettivi luoghi di detenzione, a disposizione dell’autorità giudiziaria per i successivi sviluppi processuali.