<p>La ripartizione dei seggi in Consiglio regionale non è equa: a parità di popolazione, Cosenza elegge quasi il doppio dei rappresentanti rispetto alle province più piccole</p>



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<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://vivipress.com/wp-content/uploads/2025/10/Screenshot_20251009_111327-819x1024.jpg" alt="" class="wp-image-45322"/></figure>



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<p>In Calabria la rappresentanza democratica è diventata una questione di geografia più che di diritto.<br>La legge elettorale regionale, più volte ritoccata negli anni, ha finito per creare un sistema squilibrato, che oggi penalizza pesantemente le province più piccole — Crotone e Vibo Valentia — e altera il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.</p>



<p>I numeri parlano chiaro: nel 2023 le tre province dell’ex “Catanzaro grande” — Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia — contano complessivamente 653.047 residenti, quasi quanto Cosenza (poco meno) e più di Reggio<strong> </strong>Calabria.<br>Eppure, la distribuzione dei seggi in Consiglio regionale racconta un’altra storia: Cosenza ottiene 15 consiglieri, Reggio Calabria 7, mentre Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia insieme solo 8.</p>



<figure class="wp-block-image size-full"><img src="https://vivipress.com/wp-content/uploads/2025/10/20251009_092115.jpg" alt="" class="wp-image-45312"/></figure>



<p>Una sproporzione che non trova alcuna logica né sul piano demografico né su quello istituzionale. Un’anomalia evidente, che trasforma il diritto di voto in una sorta di lotteria territoriale. <br>Per un cittadino crotonese o vibonese, il voto “pesa” meno rispetto a quello di un cosentino. Un’ingiustizia che si aggiunge alle tante già subite da territori spesso dimenticati dalle politiche regionali, dalle infrastrutture alla sanità, da un sostanziale isolamento economico e da una scarsa rappresentanza nei centri decisionali; insomma, che vengono doppiamente emarginate: nella realtà e nelle istituzioni.</p>



<p>Questa distorsione non è un dettaglio tecnico, ma un vero e proprio <strong>vulnus democratico</strong>. <br>Crotone e Vibo Valentia , già deboli sul piano economico e infrastrutturale, sono ora deboli anche nel cuore della democrazia regionale: l’aula del Consiglio.</p>



<p>E così, alle due province più giovani e più deboli, resta la sensazione di essere appendici dimenticate di una Regione che continua a parlare di unità ma che nei fatti costruisce disparità.</p>



<p>Il problema non è soltanto tecnico, ma profondamente politico e costituzionale. L’articolo 48 della Costituzione sancisce l’uguaglianza del voto. Ma in Calabria, questa uguaglianza è diventata un concetto astratto: non tutti i voti pesano allo stesso modo. E quando il peso di un consigliere vale più in un territorio e meno in un altro, la rappresentanza democratica si svuota di significato e il principio di equità si trasforma in retorica.</p>



<p>È giunto il momento di dirlo chiaramente: questa legge elettorale è una ferita alla democrazia calabrese. Serve una riflessione seria, non più rinviabile.<br>La politica regionale non può continuare a chiudere gli occhi di fronte a una diseguaglianza così evidente.<br>Riequilibrare la rappresentanza significa restituire dignità a territori che hanno dato tanto alla Calabria e ricevuto troppo poco.</p>



<p>Finché un voto a Crotone o a Vibo Valentia varrà meno di uno a Cosenza, la Calabria resterà una regione divisa in due: da una parte chi conta, dall’altra chi subisce. E questa non è solo una questione di numeri, ma di giustizia.</p>



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Calabria, la legge elettorale dello squilibrio: Crotone e Vibo Valentia le grandi penalizzate
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da Maurizio

- Categories: politica
- Tags: calabriaconsiglio regionalecosenzacostituzionecrotonelegge elettoraleSquilibrioVibo Valentia
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