Riflessioni sulla pagine del Vangelo nel giorno di Natale 2025
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
oggi è Natale, Natale 2025.
La liturgia odierna prevede tre celebrazioni: a mezzanotte, all’aurora e durante il giorno. Noi accogliamo qualche suggestione dal Vangelo di Luca che viene proclamato nella notte, la notte Santa. Notte nella quale Luca inserisce la narrazione della nascita di Gesù.
La narrazione inizia con un riferimento storico: il Natale non è una pia leggenda, ma un evento datato. Difatti Luca, con sobrietà storica, colloca la nascita di Gesù in un panorama di dimensioni universali. Ecco il testo:
“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Bethlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo Figlio primogenito, lo volse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”…( Luca 2,1-14).
Tutto comincia fuori dalla Palestina, nella capitale dell’Impero, a Roma, col decreto del censimento che coinvolge il mondo intero e, nel quale avvenimento, viene incastonata la nascita di Gesù.
Il padrone della terra, Cesare Augusto, vuole sapere quanti sono i suoi sudditi: narcisismo, potere, economia? Non lo sappiamo. Sappiamo, di certo, che il suo decreto ha messo in movimento, con enormi disagi, tutto il popolo a lui sottoposto.
Anche oggi i potenti della terra ci buttano in storie che non ci appartengono: guerre senza fine, violenze, disparità economiche, corruzioni, sopraffazioni di ogni genere… Questo spirito distruttivo dei potenti sarà un giorno condannato da Gesù: ” Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Ma tra voi non sarà così; ma chi vuole essere grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”(Matteo 20, 25 – 28).
E così, per volontà del padrone del mondo, Cesare Augusto, Giuseppe e Maria si i mettono in cammino. Un lungo viaggio di 160 km assai rischioso per una donna al 9º mese di gravidanza.
Ed è, così, che il Figlio dell’uomo nasce fuori casa divenendo solidale con tutti i senza tetto del mondo.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, oggi, 100 milioni circa di famiglie vagano per il mondo in cerca d’una casa, d’un lavoro, di un affetto.

Ora, Giuseppe e Maria sono giunti a Nazareth. Il villaggio di Nazareth è pieno di gente, venuta per registrarsi. Giuseppe, non trovando alloggio, esce con Maria fuori paese. Va verso Il “campo dei pastori”, dove in una grotta, luogo ritenuto impuro, perché dimora di animali, nasce, di notte, Gesù. Ora, mentre a Betlemme, le ore scandivano la normalità, nella vicina campagna si scatena la gioia degli Angeli in festa, i quali cantano: “Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini amati dal Signore”; e per primi vanno dai pastori per dare loro il lieto annunzio che, cioè, nella città di Davide, Bethlemme (casa del pane),è nato il Salvatore, atteso dai Profeti e dalle genti. Danno anche delle indicazioni: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.
I pastori, in fretta, vengono da Gesù; e, così, Gesù nomade, per primo, si manifesta ad un gruppo di nomadi, pastori erranti, in cerca di pascoli, che stanno ai margini della vita civile e della pratica religiosa, considerati “maledetti” dai rabbini e fuori legge dal Sinedrio.
Buon Natale di Pace e di Fraternità a tutti i Popoli; mentre noi, supplici, chiediamo al Divino Bambino: “Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi a noi lo sguardo, perché tu ci sei davvero NECESSARIO” (Da la vigilia di Natale di Bertold Brecht, drammaturgo e poeta di Berlino.)
Don Giuseppe










