Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 26 febbraio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
con questo brano del vangelo di Matteo (Mt. 4,1-11) celebriamo la prima domenica di Quaresima.
La Quaresima ricorda nel calendario cristiano il tempo che Gesù passò nel deserto di Giuda dopo il battesimo al Giordano e prima di iniziare la sua missione per città e villaggi della Palestina.
Quaranta giorni, numero che indica un periodo e non una quantità precisa.
Nella Bibbia ritorna spesso il numero quaranta:
quaranta giorni e quaranta notti durò il diluvio (Genesi 7,4);
quaranta giorni restò Mosè sul monte prima di scendere con le tavole della Legge (Esodo 24,18); quaranta giorni cammina Elia verso l’Oreb per incontrare Dio (1 Re,19,8); quaranta anni dura il cammino del popolo di Dio nel deserto prima di poter entrare nella terra dei Padri.
Il deserto non ha vita, non ha strade, confini, rifugi. Qui cadono tutte le certezze e le sicurezze: o ti fidi di Dio o crolli.
Satana affronta Gesù, ormai sfinito dopo quaranta giorni, con tre tentazioni che ha già sperimentato il popolo nel deserto, che vive, oggi, la Chiesa, che subisce ciascuno di noi.
La prima è la tentazione di un messianismo economico; la seconda è un messianismo religioso; la terza un messianismo politico.
Messianismo economico.
“Il tentatore si avvicinò e gli disse: se sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane”.
Gesù nel deserto, pur affamato, rifiuta la soddisfazione immediata dell’istinto della fame per insegnare a noi la liberazione dalla sete del guadagno, dall’idolatria del denaro, dalla falsa ideologia dall’avere, imperante nella nostra epoca, fatta più di cose che di valori.
Messianismo religioso.
“Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del Tempio e gli disse: se sei Figlio di Dio, buttati giù: sta scritto, infatti, ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani”.
Sul pinnacolo (l’ala del Tempio che si affacciava sulla valle del Cedron, alta 80 metri. Gesù rifiuta di servirsi di Dio scegliendo, invece, di servirlo, con umiltà, senza pretese, senza forzature spettacolari.
È questa, oggi, come ieri, la tentazione dei fanatismi religiosi. È la pretesa di avere dio come proprietà propria ed esclusiva. È la bestemmia nazista ” Gott mit uns” (Dio con noi); è la presunzione dei primi crociati: “Deus lo vult” (Dio lo vuole); è l’ideologia del cesaropapismo (unità Chiesa Stato) rifiutata da Gesù stesso con l’affermazione “date a Dio quel ch’è di Dio, date a Cesare quel ch’è di Cesare”( Mt.22,21).
Messianismo politico.
“Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: tutte queste cose io ti darò, se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”.
Sul monte (forse quello della Quarantena sopra Gerico) Gesù rifiuta potere e ricchezza, realtà che opprimono i poveri del mondo e sceglie il servizio umile che riserva sempre ai diseredati.
Con questa sua scelta netta da’ un programma alla futura sua chiesa: “colui che vorrà diventare grande tra voi si faccia vostro servo e chi vuole essere il primo si faccia vostro schiavo, come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto” (Mt.20,26-28)
“Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”.
La conclusione di questa pagina delle tentazioni è un canto di vittoria sul male.
Il deserto, luogo di morte, si popola di angeli che fanno compagnia e servono Gesù… ed anche il nostro deserto esistenziale, superate le tentazioni che ci presenta la vita, si popola di angeli, in carne ed ossa, che asciugano le lacrime dei vinti, che tendono una mano per rialzare i caduti sui bordi delle strade, che confutano ed illuminano con un sorriso il tramonto di chi sta per lasciare questo mondo.
Buona domenica.
Don Giuseppe Fiorillo