Al post dell’attuale assessore Soriano rispondono gli ex assessori della Giunta Limardo: “Il Palazzo della Cultura, com’era, com’è”
È una città strana Vibo Valentia. È capace di sorprendere anche il più sgamato dei suoi concittadini. È capace di allestire scontri e confronti anche dinanzi all’ovvio.
E se c’è qualcosa di ovvio a Vibo Valentia, soprattutto una è la più riconosciuta unanimemente: Palazzo Gagliardi è il simbolo della Cultura, è il luogo eletto, il posto ideale…. per fare, produrre, promuovere Cultura.
Eppure, anche su questo si finisce per discutere, per aprire un confronto che appare paradossale… che neanche Beckett o Ionesco avrebbe mai concepito!
Intervengono con una nota a più mani i tre assessori alla Cultura che si sono succeduti durante il quinquennio Limardo – Danila Rotino, Antonella Tripodi e Giusy Fanelli – affiancate dal vice sindaco Pasquale Scalamogna, spiegando il loro intervento con la seguente motivazione: “Riteniamo doverose alcune precisazioni rispetto alle infelici e ingenerose esternazioni degli assessori Soriano e Talarico.
Perché? cos’è successo? Cosa sta succedendo?
Proviamo a ricostruire l’’ultimo accaduto in questa città delle continue sorprese
L’ANTEFATTO
Pochi giorni fa – il 12 agosto – l’attuale assessore alla Cultura Stefano Soriano pubblica un posto sul suo profilo facebook, dal titolo “Non ci fermiamo”
Così si legge nel post:
“Raccogliendo le molte segnalazioni ricevute oggi ho deciso di fare un sopralluogo a Palazzo Gagliardi. Insieme all’ass. Marco Talarico abbiamo verificato le condizioni (che già conoscevamo bene) in cui ci è stato consegnato dalla precedente amministrazione uno dei Palazzi più belli della città, restaurato qualche anno fa.
Vi risparmio le foto dell’interno e vi dico che passato Ferragosto affronteremo la questione delle modalità di concessione di Palazzo Gagliardi e di altri edifici comunali di pregio storico per iniziative pubbliche ed altro affinché mai più si riduca un Palazzo così bello in queste condizioni.
Per intanto abbiamo chiuso portone, finestre e luci”.
Non c’è dubbio che il post contenga messaggi che vanno oltre la semplice – e doverosa – informazione di quanto stia facendo un amministratore: un’accusa (le condizioni in cui ci è stato consegnato dalla precedente amministrazione) e un annuncio di operatività con il tono di un avvertimento (passato Ferragosto affronteremo la questione delle modalità di concessione di Palazzo Gagliardi).
Che qualcuno reagisse era probabile, forse già nel post vi era una sorta di “invito” a rispondere. E così avviene.
LA RISPOSTA
Daniela Rotino, Antonella Tripodi, Giusy Fanelli e Pasquale Scalamogna non sono in ferie e, a dispetto dell’incombente ferragosto, si incontrano e scrivono la loro reazione, esprimono il loro punto di vista, la ricostruzione dei fatti negli ultimi cinque anni di attività amministrativa.
“Va innanzitutto ricordato – premettono – che, prima dell’amministrazione Limardo, il Palazzo Gagliardi era chiuso da anni, abbandonato e aperto solo in occasione del Festival Leggere e Scrivere. Oggi, invece, gode di nuova vita ed è un centro culturale frizzante e gettonato come dimostrano gli innumerevoli eventi che – senza distinzione di colore politico – vengono sistematicamente organizzati, mentre prima non si avvicinava nessuno. È diventato un luogo aperto, inclusivo, pieno di vita e vissuto dalla cittadinanza che finalmente lo sente come proprio, spesso animato anche dalle scolaresche e sempre più meta di studiosi essendo geloso custode dello splendido archivio storico. Grazie alle associazioni ed ai volontari che gli assessori hanno saputo coinvolgere e appassionare è stato possibile realizzare numerose e importanti mostre come National Geographic – Bluocean, Odissea Museum, quella dei Castelli della Fondazione Carical. Ed è possibile che proprio una di queste mostre, Odissea in particolare, abbia deteriorato le pareti ma sono stati prontamente allertati gli uffici per l’assunzione dei relativi provvedimenti”.
Quindi, spiegano: “Il Palazzo Gagliardi ha, dunque, costituito un indubbio richiamo turistico. Nel solo anno di Vibo Capitale del libro sono stati oltre 250 gli eventi che si sono susseguiti e poi, Vibo in scena, Vibook, il Festival del Leggere e Scrivere, Vicoli Divini e molto altro ancora.
Sul piano strutturale, valgano alcuni esempi: per la prima volta dopo anni dalla loro installazione, è stato messo in uso uno degli ascensori, consentendo l’accesso dei diversamente abili ai piani superiori, cosa prima oggettivamente impossibile. È stato sistemato completamente, dopo anni di abbandono, il blocco bagni al piano terra.
Il palazzo è stato oggetto di manutenzione e pulizia continue, pretendendo anche, che fosse restituito nelle stesse decorose condizioni; del resto come si sarebbero potuti svolgere gli eventi se davvero il Palazzo fosse stato nelle condizioni che hanno lasciano immaginare gli assessori? Non per ultimo, è stato sistemato e ripulito l’Archivio storico comunale (al piano ammezzato) grazie al lavoro svolto con la Sovrintendenza archivistica regionale, con l’associazione dei Bibliofili e grazie a volontari.
E ancora, finiti i lavori di restauro dell’adiacente Villa Gagliardi la possibilità del collegamento renderà tutto un’autentica meraviglia!”
“Ognuno si è sentito coinvolto – proseguono gli ex amministratori della città – ognuno si è sentito parte integrante di quella cultura vibonese di cui tutti amano solo riempirsi la bocca, spesso a soli fini polemici. Ci siamo tutti spesi, anche con risorse proprie e come meglio non si poteva, spesso aiutando personalmente l’allestimento degli eventi, inoltre, aver concesso due sale al Cev e alla Pro loco è stato un valore aggiunto, perché contribuiscono attivamente alla vita del Palazzo e, mantenendo i loro spazi ordinati e puliti, al suo generale decoro. Infine, Criminologia rappresenta ormai un fiore all’occhiello di tutte le amministrazioni”.
La conclusione cui giungono Daniela Rotino, Antonella Tripodi, Giusy Fanelli e Pasquale Scalamogna è, dal loro punto di vista, scoraggiante, sebbene non perdano la fierezza per quello che hanno fatto:
“Siamo delusi.
La campagna elettorale è finita da un pezzo, la Città ha scelto i propri rappresentanti e forse sarebbe ora che inizino a rimboccarsi le maniche e a lavorare. Finora abbiamo solo visto inutili e sterili polemiche che hanno tutto il sapore della caccia alle streghe. Di certo non è gettando fango sul lavoro degli altri che si può migliorare e portare avanti la Città. A proposito, consigliamo all’Assessore Soriano, che amava realizzare i suoi video-selfie all’interno del Parco archeologico di Sant’Aloe, di andarci anche oggi, nella sua nuova veste, si renderà conto che gli splendidi mosaici sono esposti al serissimo rischio di incendio stante la presenza di numerosi cumuli di sterpaglie secche a pochissima distanza l’uno dall’altro e pericolosamente vicini ai mosaici, il fuoco non ci mette niente con queste temperature, né si può sperare nell’immediato soccorso dei cittadini … perché non hanno acqua”.